Le sensazioni dell'esordio
—All'entrata in campo e al primo tocco ero molto teso. Poi ho preso fiducia e ho giocato con serenità, soprattuto grazie all'aiuto dei miei compagni. La Serie A me l'aspettavo molto difficile, anche perché l'ho visto sulla mia pelle dopo un anno di allenamenti con la prima squadra.
Sul tatuaggio
—L'ho dedicato al mio primo mister dei portieri, Ennio. Alla Sales non mi volevano come portiere, fu lui ad insistere per tenermi. Alla prima chiamata della Fiorentina non volevo accettare per non separarmi da lui. Cosi la società mi permise di allenarmi con lui. Adesso purtroppo non c'è più, ma rimane sempre dentro di me
Sul Viola Park
—Il padiglione al centro con la cupola è bellissimo. I campi di allenamento e le strutture, come la palestra, sono tutti devastanti. Nella piscina giù in spogliatoio abbiamo il tapis roulant dentro l'acqua, una cosa mai vista. Tutto qui è pazzesco.
Su Kean e sul tuo futuro?
—L'ho visto molto carico e preparato. È in forma, farà molto bene alla Fiorentina. Quest'anno spero di convincere Palladino e di giocarmi le mie carte, magari facendo qualche partita in più
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