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Lo storico dirigente Righetti: “Non ero tifoso, adesso se perdiamo non ci dormo”

Lo storico dirigente Righetti: “Non ero tifoso, adesso se perdiamo non ci dormo”

Lo storico dirigente viola ripercorre la sua esperienza di oltre 50 anni in Fiorentina. E ricorda i momenti più belli e quelli più bui

Redazione VN

Ai microfoni di Radio Bruno, lo storico dirigente viola - dal 1961 al 2015 - Raffaele Righetti, per tanti anni segretario generale della Fiorentina: "All'inizio non ero tifoso, seguivo vicende amministrative, ma scattò subito qualcosa: nel 1962 seguii la squadra per la prima volta in trasferta a Milano, e vidi le lacrime del commendator Spinelli, socio e fornitore dei viola, che piangeva come un bambino e pensai: se la passione produce questi effetti, allora mi faccio coinvolgere anche io.

Oggi la passione è rimasta, ma c'è nostalgia. Coi Pontello spesso non c'era un soldo, ma anche se non potevamo sognare abbiamo sempre mantenuto gli impegni coi giocatori e tutti venivano pagati. Chi mi è rimasto nel cuore? Ho collaborato con una ventina di direttori sportivi, come Tito Corsi, ma anche con De Sisti che è stato sia capitano che allenatore, e con l'altro Giancarlo (Antognoni n.d.r.). Di allenatori Ranieri e l'esuberante Radice del 73/74. Dopo Wembley mi ricordo anche l'abbraccio con Trapattoni che mi ricordò come quelle partite restano nella storia, e così è. Il fallimento del 2001? Chi mise in mora la società per 50 milioni di lire non si ricorda che alla fine quegli stipendi furono pagati".

Infine la Viola dei giorni nostri: "Adesso cosa è per me la Fiorentina? E' sempre passione, vedo le partite e quando perdiamo non ci dormo la notte. Vedo grande voglia in Commisso e ho tanta fiducia, col Museo Fiorentina siamo stati ricevuti da Joe Barone e in accordo con la società esporremo i ricordi che stiamo cercando di recuperare".

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