Giornata di bilanci in casa Fiorentina. Con il mercato che si è chiuso ieri e gli ultimi arrivi di Thereau e Lo Faso, è il momento di ascoltare la voce della dirigenza che ha lavorato in questa campagna acquisti. Così, dalla sala stampa Manuela Righini dello stadio Franchi, ecco le parole del direttore generale dell'area tecnica Pantaleo Corvino.
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Corvino: “Reinvestito il 75% delle cessioni. La proprietà è vicina, Diego Della Valle…”
Le parole del direttore generale dell'area tecnica della Fiorentina
"Abbiamo fatto tantissime operazioni in uscita e in entrata. Alla fine abbiamo fatto circa 32 uscite e circa 20 entrate. Abbiamo chiuso tre mesi impegnativi, adesso è giusto fare il punto della situazione. Moltissime delle cessioni sono per i giovani che possono andare a misurarsi in altre piazze, altre perché qualche giocatore, con molta sincerità, ha detto basta. Tra queste quelle dei cosiddetti "big" e ne abbiamo preso atto. Ringraziamo chi è stato onesto e sincero con noi e lo ha ammesso. A noi del comparto sportivo non è piaciuto però il modo in cui qualcuno ha detto basta".
"Abbiamo scelto di iniziare un nuovo ciclo, e quando un'azienda programma deve tenere conto del presente, ma una parte degli investimenti e dei ricavi devono essere lasciati per il futuro. Ci hanno criticato perché una parte dei ricavi non è stato utilizzato per il presente, ma ognuno ha il suo modo di lavorare. Siamo andati sempre a testa alta per questo tipo di programmazione. Circa il 75% dei ricavi delle cessioni sono stati reinvestiti. Il 25% che rimane è servito e servirà al comparto aziendale. (A TAL PROPOSITO LEGGETE IL COMMENTO DI SAVERIO PESTUGGIA n.d.r) Abbiamo cercato di mantenere una rosa di qualità, tenendo conto di certi obiettivi: il primo quello di prendere un tecnico italiano, di costruzione e riconosciuto da tutti di livello alto. Abbiamo pensato anche di italianizzare la rosa il più possibile, tenendo una media età molto più bassa. Abbiamo tenuto conto dei parametri di un monte ingaggi così da non dover partire ogni anno da meno 38 milioni. Abbiamo lavorato instancabilmente. Abbiamo costruito una rosa che nel medio e lungo termine possa dare le basi di una Fiorentina competitiva in Italia e magari anche in Europa".
"Dal mese di settembre il comparto sportivo avrà a supporto una persona che aiuterà me e Freitas nello scouting e sarà Gianluca Comotto".
"Nuovo ciclo? Abbiamo capito di doverlo far partire quando ci siamo ritrovati a pensare al futuro. Ad esempio le richieste che arrivavano da parte dei procuratori dei calciatori che portavano proposte di altre squadre".
"Vincere qualcosa? Ero convinto di poterlo fare col gruppo che c'era. Volevamo abbassare il monte ingaggi per tenere il meglio di quello che era il vecchio gruppo. Ci sono stati diversi giocatori che ci hanno chiesto di andare via anche se volevamo tenerli. Ci sono altri però che non hanno detto basta come Sportiello, Badelj, Astori, Chiesa, Babacar. Noi abbiamo apprezzato molto questo loro desiderio. Ci siamo sforzati a prendere giocatori come Hugo, Pezzella e Milenkovic. In mediana ripartiamo da Badelj e Saponara, a lui abbiamo aggiunto Eysseric, Veretout e Benassi. Sugli esterni abbiamo tenuto Chiesa e preso Dias. In attacco abbiamo preso un giocatore come Simeone che era conteso da tutti. In certi ruoli migliorare è veramente difficile. I risultati ci diranno a che punto siamo".
"Quest'anno lo scouting è stato indirizzato molto in certi paesi. Non sono scelte figlie di analisi solamente mie e di Freitas, ma dal momento in cui viviamo. Abbiamo guardato al mercato dell'Ovest, soprattutto a Portogallo e Francia. Dall'Est abbiamo preso Hristov, Milenkovic, Graiciar e Vlahovic".
"I no che abbiamo ricevuto? La Fiorentina non ha perso appeal. Lo ha perso un certo mercato all'interno del quale ci siamo anche noi. Il calcio italiano è appetibile verso quei nomi che possono attirare le attenzioni dei tifosi solo attraverso squadre che si trovano in un momento particolare, che magari sono al centro del loro ciclo e possono fare uno strappo alla regola. Milan e Inter hanno avuto entrate da lontano, questo ha permesso loro di fare certi acquisti".
"I soldi delle cessioni che non abbiamo speso? Si deve fare così, le società di calcio devono essere gestite come un'azienda. Ci sono comparti che devono essere sostenuti da altri comparti. Il 25% delle entrate delle cessioni vanno alle altre aree aziendali. Abbiamo preso giocatori giovani pensando al medio-lungo termine. Abbiamo speso 15-16 milioni per questi giovani, magari avrei potuto prendere qualcuno per la prima squadra senza pensare al futuro. Noi abbiamo ragionato in un altro modo, ma per la squadra di Pioli abbiamo preso undici giocatori. Quei 9 milioni di giocatori presi con obbligo di riscatto come Maxi Olivera, Cristoforo e il riscatto di Sanchez vanno calcolati su un solo bilancio, non sbagliamo a metterli due volte".
"Rinnovo di Badelj? Adesso dovevamo pensare agli acquisti e alle cessioni, col tempo parleremo anche di altre questioni".
"La Fiorentina a tutti gli effetti ha entrate sui 90 milioni di euro. Abbiamo speso 16 milioni di investimenti e 50 milioni per il presente, mentre ci sono società che investono queste cifre per un solo investimento. L'altro 25% deve sostenere l'azienda per non dover fare altri debiti che poi andrebbero a ricadere in futuro anche nel comparto sportivo. Azzerando tutto siamo partiti programmando così".
"Nel calcio ci sono delle storture. Ad esempio la regola dei soli due extracomunitari ci impedisce di andare in tutto il mondo a cercare talento. Un'altra stortura è quella di tenere a galla il calciomercato a campionato iniziato. Questo è un problema che riguarda non solo gli allenatori, ma anche i direttore sportivi. Tutto si fa all'ultimo, ma non è colpa della Fiorentina. Noi quest'anno abbiamo annunciato un nuovo ciclo e abbiamo avuto difficoltà. Ma anche a pieno ciclo si deve aspettare la fine del mercato per chiudere tutte le operazioni. Per non rischiare di non acquistare alcuni giocatori abbiamo dovuto accelerare e magari non abbiamo colto altre occasioni, ma non potevamo trovarci senza giocatori. Noi siamo partiti per un altro ciclo e siamo stati condizionati anche da alcune cessioni. Abbiamo comprato Simeone senza vendere Kalinic perché non potevo aspettare. Ma non può essere così per tutte le situazioni".
"Obiettivi? Italianizzare la rosa, abbassare la media età e cercare di essere competitivi nel medio lungo termine. La proprietà ha a cuore la Fiorentina come il tifoso. So che ci sono molti che gettano veleno su di noi senza motivo. Ma mi rivolgo a tantissimi tifosi che amano la squadra, e dico che noi ci sforziamo di fare il meglio. A volte però ci sono situazioni in cui qualcuno dice basta. Apprezziamo chi ci mette la faccia, non apprezziamo chi usa altre forme. Quei giocatori che decidono di andarsene prendono le loro scelte e non possiamo non tenerne di conto".
"Questo è il decimo anno che sono qui. La mia proprietà, Diego Della Valle, mi è stata vicina come mai. Questo a dimostrazione di quanto abbiano a cuore le sorti della Fiorentina. A volte però per fare questo serve programmare. Abbiamo finito un ciclo. Con molto coraggio siamo ripartiti da chi si sentiva addosso la maglia. Abbiamo apprezzato chi ci ha detto di sì come qualcuno di quelli che ci hanno detto di no. La proprietà ha a cuore le sorti della squadra e lo dimostra investendo 16 milioni di euro per il futuro, non per qualche sconosciuto. Tra questi giovani ci può essere lo Zohore della situazione. Si poteva prendere un grande nome, ma noi stiamo cercando di programmare nonostante le critiche che riceviamo".
"Il progetto di Diego Della Valle? L'obiettivo è quello di ripartire con un nuovo ciclo. Sono andati via dei nazionali, ma a sostituirli ci sono Sportiello, Hugo, Pezzella, Milenkovic, abbiamo tenuto Badelj e Saponara, preso il capitano dell'Under 21 Benassi, più Veretuot ed Eysseric, abbiamo preso Gil Dias che è un nazionale Under 21. Abbiamo preso un giocatore come Thereau che ha segnato spesso negli ultimi anni. Non si investono 16 milioni di euro su illustri sconosciuti se non si ha voglia di crescere. Poi abbiamo investito per Benassi che è molto giovane, per Simeone che era cercato da mezza Italia. Non vi chiedo di essere comprensivi, ma abbiamo lavorato secondo l'input della società che ha a cuore la Viola. Anche io mi sento tifoso e amo la Fiorentina. Voglio fare il meglio, come la mia proprietà. Abbiamo fatto errori in passato, ma ci sono stati anche dei benefici. Ripartiamo tutti insieme, ne abbiamo bisogno".
"Il mio contratto? Non è importante. Faccio questo lavoro da 42 anni, mi sento alla fine di un viaggio ma ho ancora tanta voglia. Questo viaggio finirà non perché ho un contratto. Mi hanno detto che andrò in pensione quando Diego Della Valle andrà via, ma la mia vita nel calcio non dipende certamente da un contratto. Se non si è arrivati in Europa per tre punti forse la colpa non è stata solo di Corvino".
"Il caso Gazzoni Frascara? Non è una cosa in cui sono coinvolto".
"I no che non ci sono piaciuti? Quando finisce un ciclo ne va iniziato un altro. Quando qualcuno di questi ha detto basta c'è chi lo ha fatto in maniera indiretta. Spero che tante regole del mercato, che sono figlie di certe storture, possano essere cambiate nel giro di poco tempo".
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