Dario Nardella prende la parola da Palazzo Vecchio per affrontare il tema stadio, argomento tornato caldissimo negli ultimi giorni. Ecco le sue parole:
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Nardella: “Anche io sto con Rocco, mi batto per il Franchi. Campi? Non mi opporrei”
La conferenza stampa del sindaco in diretta testuale grazie al nostro inviato a Palazzo Vecchio
"Siamo molto impegnati e ci attendono mesi di grande sforzo, ma non ho voluto rinunciare a dire alcune cose definitive di persona. Non si è giocato, non abbiamo avuto modo di commentare nulla a parte il tema stadio. Io sono attento a non fare dichiarazioni inutili, mi piace parlare coi fatti. Ho letto alcune ricostruzioni che non sono veritiere, e dunque vi dirò cosa penso di fare per il futuro e per il bene di Firenze.
Anche io sto con Rocco, da un anno, fin dal primo giorno al Franchi insieme a lui. Mi associo a chi ha messo gli striscioni, lo faremo anche noi qui a Palazzo Vecchio (FOTO). Anche oggi, io sto con Rocco. Ho per lui e la sua famiglia il massimo rispetto, anche per Giuseppe Barone, col quale non ho mai smesso di essere in contatto, anche nelle ultime ore. Col Presidente ci siamo sentiti diverse volte per telefono, e lo aspetto a Firenze a braccia aperte il prima possibile.
Il dibattito sullo stadio risale a ben 51 anni fa e io dalla mia elezione nel 2014 ho sempre lavorato pancia a terra per questo obiettivo, senza fermarmi. Nessuno, in 10 mesi, ha fatto tante cose quante ne abbiamo fatte noi, dalla variante al bando pubblico. La vicenda della Mercafir è andata, e adesso si va avanti. E non è stato tempo perso, perché la variante servirà comunque per il nuovo polo della Mercafir. I sindaci devono applicare le leggi, io ho fatto solo questo: non posso stabilire io i prezzi di un'area o i costi della relativa urbanizzazione. Purtroppo siamo anche noi vittime di una burocrazia che ci vincola su qualsiasi decisione. Non ho nessun tipo di rimorso nei confronti del lavoro che ho fatto, né puntualizzazioni da fare a Commisso.
Stadio a Campi? La proprietà della Fiorentina ha la libertà di valutare qualunque ipotesi e di presentare qualsiasi progetto, io non lo contesterò mai. E io non ho nessuna irritazione, gelosia o invidia per altri Comuni. Se la proprietà vorrà tenere lo stadio a Firenze, io sarò sempre pronto a fare il possibile, a cominciare dal Franchi e dalla cittadella di Campo di Marte, con riqualificazione di tutta l'area (cosa che è nel mio programma di mandato fin dall'inizio, come obiettivo). Andrò avanti nei confronti di Soprintendenza, Beni Culturali, Governo e Parlamento: nessuno si può permettere di abbandonare uno stadio come il Franchi perché considerato un monumento, a prescindere dalle libere decisioni della proprietà.
A proposito della questione degli stadi: non c'è un problema a Firenze, ma in Italia, ed è una vergogna internazionale che non solo non si riescano a fare stadi nuovi, ma che sia pure complicato ripensare quelli vecchi. Gli unici casi sono stati possibili riedificando sugli impianti precedenti (Juventus, Udinese, Atalanta, ndr). Non è un caso, e io trovo assurda la quantità di vincoli sugli stadi italiani storici che sono slegati dalla fruizione pubblica. E lo dico da persona che ha studiato e insegnato la materia. Gli enti pubblici devono favorire la fruizione dei beni culturali: è un obbligo, non una facoltà. Lo dice la Legge. Una cosa è un acquedotto romano, un'altra è uno stadio in cemento armato, progettato per fare sport. Concludo trasmettendo la serenità con la quale continueremo a lavorare da qui ai prossimi anni.
Nella delibera approvata è specificato che la regola si può derogare in caso di connessione con la realizzazione di opere di interesse pubblico. Nel caso dello stadio, è possibile realizzare strutture di compensazione, ivi compresi gli alberghi, che altrimenti non sarebbe possibile edificare.
Aeroporto o Stadio? Come sindaco metropolitano devo garantire una armonica pianificazione di tutto il territorio. Ma non posso esprimermi su un progetto che non ho visionato. Ma ribadisco che non intendo ostacolare i privati; farò le mie valutazioni, che saranno richieste, quando sarà il momento. L'area di Campo di Marte ha già una sua destinazione di impiantistica sportiva, non va riconvertita. È chiaro che andrebbero fatte delle compensazioni per venire incontro alla proprietà, e noi saremmo pronti. Ma non è una gara, io devo fare il bene di Firenze e cercare di permettere che la Fiorentina giochi a Firenze.
Quando ho dato dei tempi, poi li ho mantenuti. Quattro anni per la Mercafir, uno per variante, stima e bando. Nel momento in cui si ragionasse completamente sullo stadio a Firenze, allora penserei a dare dei tempi. Chiaro che nell'area di Campo di Marte ci sono meno difficoltà. Noi nell'arco di due-tre mesi sapremmo quali sarebbero le norme sulle quali lavorare: il Decreto Semplificazione è in fase di approvazione, e poi c'e la fase di conversione. Si parla di tempi relativamente rapidi per lo Stato italiano. Io voglio continuare e approfondire il confronto con la Soprintendenza, confronto che non è mai terminato. Nessuno si può prendere la responsabilità di abbandonare lo stadio e l'area della cittadella.
Possibile che non ci sia un piano B sul territorio di Firenze? Niente è impossibile, come diceva Einstein "tutti sanno che le cose impossibili non si possono fare, quindi non le fanno; poi arriva uno che non lo sa, e le fa". Io sono pronto a esaminare tutte le possibilità con Rocco nel momento in cui parleremo. Io non ho mai pensato di perdere popolarità, sono stato eletto due volte consecutivamente e ho mantenuto un ottimo rapporto con i rappresentanti della tifoseria. Anzi, sono pronto anche ad aprire un tavolo di dialogo con essi, perché i tifosi mi dicono sempre, quando li incontro, che vorrebbero che, se si farà qualcosa, si facesse a Firenze. Vogliamo il bene di Firenze, e uno stadio all'altezza della passione e delle esigenze dei fiorentini".
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