Che anche questo campionato fosse da lacrime e sangue lo si era capito in estate. La scelta di confermare Iachini e di non rinforzare una squadra già traballante erano chiari segnali di un progetto tecnico con un orizzonte ridotto. A poco serve raccontare una realtà diversa da quella che puntualmente si ripropone: la Fiorentina di Commisso risiede con troppa frequenza nei bassifondi della classifica.
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L’illusione natalizia e la cruda realtà: senza un cambio di passo la Serie B è un rischio concreto
La partita con la Lazio è la riprova che quest'anno la salvezza sarà un obiettivo difficile da raggiungere
L'anno scorso si è salvata un po' per meriti propri e un po' per demeriti altrui. Quest'anno rischia di fare altrettanto, ammesso che arrivi un cambio di marcia simile a quello dell'anno passato. D'accordo con i progetti in esecuzione o ancora su carta delle infrastrutture di proprietà, ma prima di tutto conta il campo. E sul rettangolo verde questa gestione tecnica ha azzeccato poche scelte, in termini sia di allenatori che di giocatori.
La partita con la Juventus aveva illuso. Si era parlato di svolta, di nuovo inizio. Celebrazioni fin troppo esaltate e sogni frantumati dalla realtà nuda e cruda. Questa Fiorentina, perennemente arroccata con almeno sei elementi difensivi in campo, è poca roba. Idee rarefatte e confuse, personalità solida come burro fuso, una perenne ricerca di giocate ovvie che puntualmente si traducono in un caos fine a se stesso.
E anche la partita contro la Lazio, lontana parente della squadra che cullava sogni tricolori, ne è la riprova. Uno schiaffo, anzi due, rischiare di prendere il terzo. Poi svegliarsi, provare a reagire con i nervi e poco altro. Non basta, non può bastare. Senza un cambio di marcia concreto e di una mano dal mercato, magari con una prospettiva temporale superiore ai sei mesi, questa Fiorentina farà una fatica tremenda a salvarsi. Perché quando si lotta per non cadere nel baratro servono idee, mezzi tecnici e personalità. E i viola difettano in almeno due di queste.
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