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La resilienza di Cesare. Allenatore, Ct e uomo messo in disparte troppo presto dal calcio italiano

GERMOGLI PH: 22 NOVEMBRE 2020 FIRENZE STADIO ARTEMIO FRANCHI SERIE A FIORENTINA VS BENEVENTO NELLA FOTO MISTER CESARE PRANDELLI

La vittoria sulla Juventus porta la firma di Prandelli che ha saputo rilanciarsi in un calcio che lo aveva troppo presto dimenticato

Stefano Rossi

Questa è, prima di tutto, la storia di una persona perbene. Di un bresciano di provincia che nella storia di Firenze ha ormai il peso dei grandi del passato. Pensateci bene: se sotto il loggiato degli Uffizi ci fosse una statua dedicata a Cesare Prandelli stonerebbe? Certo che no. Perché sui libri alla fine ci finiscono uomini semplici, come noi. Uomini che però non si spaventano quando devono tirare fuori il genio che hanno dentro. C'è chi lo ha fatto con l'arte, chi con la cultura, chi scrivendo e chi scolpendo. A modo suo Prandelli lo ha fatto dirigendo un orchestra, di calcio. Ha portato sul tetto d'Europa prima la Fiorentina, poi la Nazionale italiana che sotto la sua guida è arrivata seconda agli europei. E poi? Il buio. Di scelte, più che altro. Una caduta vertiginosa per una serie di scelte che, tornando indietro, chissà se rifarebbe fra Turchia, Spagna e Dubai. Il calcio italiano lo aveva messo troppo presto in disparte. Tacciandolo di essere superato, di far parte di un calcio che non esiste più ormai in naftalina. Ebbene, la dirigenza viola non poteva far scelta migliore che ripartire da lui in un periodo complesso. L'uomo di Firenze (nel 2008 questo sito lanciò la proposta poi diventata realtà di insignirlo del titolo di cittadino onorario), malgrado l'accento dica altro. Nessuno come lui conosce la città, il popolo e adesso la squadra. Dopo la vittoria contro la Juventus lo spogliatoio sprigionava gioia, il mondo social era colorato soltanto grazie ai giocatori della Fiorentina. Mica poco per un gruppo che era scivolato pericolosamente nell'apatia. Prandelli ha scelto Vlahovic, ha toccato le giuste corde a Ribery, ha rispolverato l'antico ma sempre attuale Borja Valero: occorre continuare? In barba ai filosofi neologisti che parlano di "risultatismo" e "giochismo", Cesare ha rispolverato il buon senso, un sentimento che appare superato ma che è come i jeans: sta sempre bene. Ha scelto una Fiorentina operaia per il suo percorso, perché oggi è questo e non potrebbe essere altrimenti. Dopo stagioni grigie, malgrado la pioggia battente, a Firenze almeno per qualche giorno è tornato il sole. Lo ha tirato fuori dal cilindro Cesare Prandelli, l'uomo che passeggia in piazza del Carmine e parla di pallone con i campioni così come con l'ortolano all'angolo.

 Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images
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