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La certezza: Vlahovic deve giocare. O a Firenze o altrove

Vlahovic ha bisogno di mettersi alla prova nel calcio dei grandi. Solo giocando con continuità in Serie A conosceremo meglio i suoi pregi e i suoi difetti

Stefano Niccoli

Premessa: keep calm, come direbbe Joe Barone. L’amichevole di ieri contro il Val di Fassa lascia, giustamente, il tempo che trova, ma non c’è dubbio che Dusan Vlahovic sia stato il protagonista della prima sgambata stagionale. Per lui tante belle giocate e, soprattutto, tre gol, di cui uno, splendido, di tacco. Per chi di mestiere fa l’attaccante, segnare fa bene. Sempre. Anche contro i dilettanti. Gonfiare la rete deve essere l’abitudine.

Indipendentemente dalla gara di ieri, in questi mesi il serbo classe 2000 ha dimostrato che la porta la vede eccome. In Primavera è stato un fuori categoria. Il campionato dei giovani, però, è stato poco allenante. L’ex Partizan Belgrado ha bisogno di mettersi alla prova nel calcio dei grandi, contro difensori esperti e arcigni. Solo giocando con continuità in Serie A conosceremo meglio i suoi pregi e i suoi difetti. E qui entra in scena il mercato. Le richieste non mancano: sei-sette secondo La Gazzetta dello Sport. La Fiorentina – Pradè e Montella sono stati chiari – ripartirà dal 4-3-3: è difficile, opinione di chi scrive, che Vlahovic sia l’attaccante titolare in questo modulo. Potrebbe essere utilizzato come centravanti di “scorta”, ma se così fosse, il suo impiego sarebbe ridotto. Potrebbe rientrare in qualche trattativa, magari con alcune squadre neopromosse. La tournèe negli Stati Uniti, dove i viola affronteranno formazioni di primo livello (IL PROGRAMMA), sarà importante per testare ulteriormente le sue qualità. O a Firenze (sarebbe meglio) o altrove, Dusan deve giocare.