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Kouamè: “Sono già pronto: non vedo l’ora di esultare sotto la Fiesole”

Il numero 9 dei viola si racconta in un botta e risposta, in diretta con l'account social dei gigliati

Redazione VN

Christian Kouamè è stato protagonista della diretta Instagram con l'account ufficiale viola, in compagnia del figlioletto Michael:

Sto bene, tutti i giorni in casa non è facile, è impegnativo stare dietro anche a lui (il figlio ndr). Otre all'allenamento faccio anche il babbo. Spero di tornare subito con la squadra, a fine aprile dovevo iniziare gli allenamenti in gruppo, dopo l'infortunio. Riesco ad allenarmi perché il prof ci manda sempre la tabella d'allenamenti, la sto seguendo. Mi alleno anche con Michael, ha visto che provavo i cambi di direzione e la mattina quando si sveglia mi imita. Adesso mi manca solo il pallone. Ogni tanto sento i compagni sul gruppo, col mister parliamo tanto perché si informa su come stiamo e cosa facciamo. Il sorriso sul campo del centro sportivo? Stefano (Dainelli, fisioterapista ndr) mi diceva di non toccare la palla, ma era più forte di me e lui si inc****va con me.

Colpo di fulmine col pallone? La finale di Champions tra Real e Leverkusen  mi è rimasta impressa, avevo 5 anni. L'ho guardata con mio padre e da lì è partita la mia storia d'amore col calcio. Ero bambino, giocavo con gli amici e a scuola. Quando ho iniziato nella prima squadra del quartiere volevo giocare con la squadra più forte che vedevo giocare di fronte a casa mia. In quella squadra giocavo con quelli più grandi ad un certo punto, a fine anno c'era il torneo. Non mi andava giù che chiamassero a giocare i più grandi, quando io mi allenavo tutti i giorni. La squadra era allenata da un camerunense che l'aveva chiamata come la scuola calcio di Eto'o. Poi abbiamo fatto la squadra del quartiere con gli amici, gli anni prima di venire in Italia , 2012 ho giocato il torneo coi più grandi. giocando con loro ho imparato molte cose. Quando sono arrivato in Italia mi sono messo nelle mani del Signore: sono credente. Con le preghiere e l'impegno mi sono ripromesso che in pochi anni sarei arrivato in Serie A e in cinque anni ce l'ho fatta. In Italia mi sono sempre trovato bene, non ho mai avuto problemi con nessuno.

Ritorno a casa? Sono tornato dove ero arrivato la prima volta in Italia: da Sesto a Firenze. A me non piace uscire sempre, non sono quel tipo di persona. Se esco vado un po' in centro oppure torno a "casa mia": a Prato. Proverbio toscano? Nessuno in particolare, mi piace però tutta la lingua fiorentina e toscana. Piatto preferito? all'inizio mi piacevano tantissimo i fegatini, i crostini toscani. Quando torno a Prato me li fanno sempre

Se mi manca Ceccherini (presente a seguire la diretta)? Un po' le cavolate che dice nello spogliatoio (ride ndr).

Se mi manca casa? Per i primi cinque anni non sono tornato a casa, nel 2018 son tornato con la nazionale e poi l'estate scorsa. È stato bello perché era nato mio figlio e l'ho portato dai nonni, dai parenti...

Esordio in nazionale? Conoscevo già Kessiè, gli altri li avevo visti nei loro club. Vederli dal vivo è stato bellissimo perchè mi hanno accolto molto bene.

Prima rete tra i professionisti? Nella vittoria per 2-1 del mio Cittadella sul Latina? In veneto è stato più che bello, mi hanno insegnato tanto nella vita. Il capitano c'era sempre, oltre a tanti compagni che mi hanno trattato benissimo. Lo stesso magazziniere mi ospitava quando non c'era l'allenamento. Stefano Marchetti, il direttore, è stato per me un padrino.

Un motto per affrontare le giornate? Una volta sveglio ringrazio il Signore di esserci, è quello che più conta perchè non a tutti è concesso. Le mie giornate sono fatte di fioco con mio figlio, serie TV, passo il tempo insieme alla mia fidanzata e poi allenamento alla sera, ora che fa caldo.

Serie Tv? Prison Break e adesso Merlino (ride ndr), quando non guardo i cartoni con mio figlio.

Idoli calcistici? Drogba non potevo non amarlo, ha dato tanto per il nostro paese. Grazie a lui ho cominciato a guardare il campionato inglese. Al Chelsea sappiamo tutti cosa ha fatto, La finale del 2012 me la ricordo benissimo, quando ha segnato il Bayern ero comunque tranquillo. Sapevo che la partita non sarebbe finita così, me lo sentivo. Finché c'è Drogba non è finita e infatti ha segnato e siamo impazziti di gioia.

Il mio sogno? Voglio tornare pronto per ripartire alla grande, il resto viene dopo. Il mio sogno adesso è quello di essere al 100%. Concorrenza? È meglio, se pensi di giocare sempre non dai il massimo. Con la concorrenza devi allenarti bene per guadagnarti il posto. Sono contento che abbiamo un gran reparto là davanti.

Tifoso dei Lakers? Non sono un vero e proprio tifoso, ma non si può non amare un giocatore che c'è in NBA: Lebron James. L'ho seguito nelle sue vittorie, prima a Cleveland ed adesso

Periodo difficile? Il mio cuore mi dice di aiutare chi ha bisogno, non ci penso troppo. Con la campagna "Forza e Cuore" è stato lo stesso, ho fatto subito la mia donazione e adesso ricevo gli aggiornamenti (campagna oltre gli 870mila euro raccolti) Il virus? Tutte le cose finiscono, come noi calciatori un giorno smetteremo anche questo virus se ne andrà. Dobbiamo seguire le regole e poi tutto andrà bene. Devo essere sempre positivo anche quando le cose non vanno bene.

Attesa per il rientro? Il mio agente non vede l'ora, io gli dico di stare tranquillo. Attendo di capire quando e se riprenderemo. Spero il prima possibile di esultare sotto la Fiesole, sarà una gioia incredibile. Un messaggio per i tifosi? Li ringrazio, vedo i messaggi che mi arrivano da loro, li saluto tutti e Forza Viola!