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In campo alle 18.30 di venerdì: perché? Tifosi nuovamente derisi

Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images

Pochi tifosi potranno vedere la partita in televisione. Ok la gara del venerdì sera, ma quella delle 18.30 non riusciamo a concepirla. Sono le televisioni a comandare il gioco, ma così ci pare troppo

Stefano Niccoli

Ricordate le domeniche con le partite alle 15 e 90° minuto? Cronaca di un calcio che non c'è più. Purtroppo. A farlo da padrone adesso è il famoso spezzatino. Campionato, coppe. Coppe, campionato. Si gioca praticamente tutti i giorni. Se fino a qualche anno fa scendere in campo nel primo pomeriggio di domenica era la normalità, ora fa notizia.

Guardiamo in casa Fiorentina. La squadra viola affronterà lo Spezia venerdì alle 18.30. Non ci lamentiamo del giorno. D’altronde anche contro il Torino e l’Inter, la formazione di Cesare Prandelli aveva giocato di venerdì. Che dire, però, dell’orario infausto (per usare un eufemismo)? In tanti saranno in procinto di uscire dal lavoro. Pochi avranno la possibilità di vedere tutta la partita in televisione. La maggior parte delle persone dovrà limitarsi alla radio, magari in macchina nel traffico, durante il ritorno a casa.

La domanda sorge spontanea: perché programmare un “normale” Fiorentina-Spezia a quell’ora? Ok la gara del venerdì sera (in questo turno di campionato ci sarà Cagliari-Torino, match da osservare con molta attenzione soprattutto se contro i liguri non dovessero arrivare i tre punti), ma quella del tardo pomeriggio, francamente, non riusciamo a concepirla. Sono le televisioni a comandare il gioco, lo sappiamo bene, ma così ci pare troppo. E’ mancanza di rispetto nei confronti dei tifosi, nuovamente derisi in nome dei soldi.

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