Kean
—Mi piace un sacco. Sono molto curioso di vedere come continuerà, ma è un talento che ha trovato la piazza giusta che gli può permettere di lavorare bene. Secondo me arriverà in doppia cifra quest’anno (intervista, come sottolineato, realizzata prima della tripletta di Kean col Verona, ndr). Quello che secondo me è mancato alla Fiorentina negli ultimi anni è stato un bomber che facesse tanti gol. Ora appunto hanno Kean, ma per me aiuterebbe avere un altro lì davanti da quindici gol. Un Mutu per esempio lo vedrei bene in coppia con Moise, sarebbero un attacco da 35 gol. (ci sarebbe Gudmundsson, sperando che il rientro sia accompagnato da una buona condizione fisica successivamente, ndr)
Stile
—Io da questo punto di vista ero sicuramente all’avanguardia. Con i social è aumentata la visibilità, quindi i ragazzi di oggi li vedi in ogni momento e la cosa è più normalizzata. Per dirti, all’epoca ci andavamo anche noi alle sfilate e stavamo molto attenti alla moda, ma se ne parlava di meno. Giusto Beckham appariva di più, il resto era una cosa che passava sotto traccia. Nakata per dirti aveva uno stile unico che mi piaceva tantissimo, venivamo spesso invitati alle sfilate insieme. Oggi è una cosa se vuoi più accettata, ma non cambierei niente. Alla fine qualcosa deve essere rimasto, se la gente ancora si ricorda un taglio di capelli o una maglia colorata o una fascetta. Ti dimostra che quella cosa ha funzionato. Una cosa porta l’altra. Con lo stile che avevo se non fossi stato un grande portiere se ne parlerebbe di meno, se non proprio per niente. Poi in campo mi sono guadagnato la stima sufficiente per meritarmi anche di essere ricordato per quello che facevo fuori, e mi fa comunque piacere perché significa che qualcosa è rimasto. Rido ancora quando la gente mi canta il coro “Coi capelli di Frey”.
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