Come un anno fa, il finale della trasferta al Castellani lascia più che l'amaro in bocca ai tifosi viola. Circostanze completamente diverse, giusto specificare, ma alla fine il day after provoca certo dei sorrisi tra i sostenitori gigliati. Certo, a differenza dello scorso anno, la Fiorentina torna da Empoli con un punto, ma la sensazione di aver gettato al vento la possibilità di ottenere "tre punti più che alla portata" aleggia ancora nell'aria. Alla portata lo sono stati almeno per quello che è stato l'andamento della sfida, con gli uomini di Italiano che hanno tenuto in mano il pallino del gioco per tutto l'arco dei 103' giocati, ma alla fine guardando alle occasioni create, il pareggio a reti bianche è il risultato più logico. Magari se il tiro di Duncan a tempo scaduto non avesse incrociato la schiena di un difensore azzurro, staremmo qua ad esultare e a goderci una settimana di sole vittorie. Ma il calcio, più di ogni sport, ci insegna che i "se" lascino il tempo che trovano. E per questo analizzare alcuni dati della sfida diventa quasi doveroso.
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Fiorentina, pari amaro: i dati e gli spunti che ci lascia la trasferta di Empoli
Possesso avvolgente
La Fiorentina ha fatto la partita, su questo nessuno avrà da obiettare. I viola hanno mantenuto il possesso per quasi 33' (67%), costringendo gli azzurri in più occasioni a fare le barricate dentro la propria trequarti. Come si vede dalle mappe di calore fornite dalla Lega Serie A che vi mostriamo di seguito:
Un vero e proprio dominio territoriale, che però è rimasto tale. La manovra avvolgente della Fiorentina (ben 418 passaggi completati contro i 219 degli avversari) non è riuscita a portare quasi mai pericoli dalle parti di Vicario nonostante il finale all'arrembaggio con la doppia superiorità numerica.
Sterilità offensiva e Jovic isolato
Dagli stessi dati della Lega troviamo alcuni spunti di riflessione in merito alle occasioni da gol create. Perchè, se la Fiorentina ha tenuto il pallone quasi il doppio dei padroni di casa, i tiri dentro lo specchio della porta si equivalgono: due a due. E di questi, se contiamo soltanto i tiri effettuati all'interno dell'area di rigore, gli azzurri sono in vantaggio per 2-1. Le difficoltà offensive della Fiorentina si traducono, in particolare, nei numeri del proprio centravanti, Luka Jovic. Il serbo rimasto in campo per 87' è riuscito infatti a giocare soltanto 16 palloni (solo Destro con 11 meno di lui tra i 22) senza mai avere l'opportunità di battere a rete. Ma non solo, c'è da segnalare un altro dato in merito alla partita del numero sette. Jovic è stato in assoluto, e nettamente, il giocatore che ha ricevuto maggiore pressione dagli avversari quando è stato in possesso del pallone: 73, 72% contro il 59,31% di Ikonè, secondo in questa statistica. Segno che la retroguardia toscana è riuscita ad ingabbiarlo nel migliore dei modi. Demeriti dell'ex Real o della manovra viola troppo lenta e prevedibile? Probabilmente la risposta sta nel mezzo. Quel che è certo è che la Fiorentina ha bisogno di riuscire a coinvolgere maggiormente il proprio finalizzatore, che con il pallone tra i piedi (anche nelle poche occasioni di ieri) ha dimostrato di saperci fare eccome.
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