La Fiorentina, ha terminato ieri, 17 novembre, il periodo di isolamento obbligato. Resosi necessario per le positività di Callejon, Barone e di un membro dello staff tecnico. Condizione che, in un primo tempo almeno, sembrava potesse costituire un ostacolo insormontabile per i viola convocati in nazionale. Soprattutto in luogo della ferma presa di posizione della Asl Toscana Centro, decisa a non concedere loro il "via libera". Eppure abbiamo assistito dapprima alle partenze dei serbi Vlahovic e Milenkovic. Seguiti a stretto giro da Amrabat e dal nutrito gruppo dei sudamericani: Quarta, Pulgar e Caceres.
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Come si è giunti a questo rapido cambio di scenario? Lo ha spiegato Daniele Pradè, lamentando la difformità delle comunicazioni pervenute al club viola: da una parte l'autorità sanitaria e dall'altra la FIFA. Immaginiamo con grande rammarico di Cesare Prandelli che pregustava già la possibilità di lavorare col gruppo al completo, per due intere settimane. Non sarà così, andiamo a vedere quanto dovranno stare lontano dal CS "Davide Astori" i Viola, sparsi in giro per il mondo.
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