Guardi la classifica e tutto sommato non è un disastro. La tabella di marcia - fatta eccezione per la gara pareggiata al Franchi contro il Cagliari - è più o meno in linea con le aspettative e Lafont è il terzo portiere meno battuto della Serie A. E allora, cosa c'è che non va? Cosa alimenta questo senso di malessere che serpeggia attorno alle possibilità sportive di questa Fiorentina? Basta guardare per intero una delle ultime cinque partite disputate dai viola per capirlo. Perché i numeri possono dare un senso, ma non spiegano tutto.
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Fiorentina 2.0? No, Fiorentina², una squadra involuta in se stessa. I numeri per ora reggono, ma…
Non ci fanno capire, ad esempio, che spesso, da un mese a questa parte, alla Fiorentina è andata bene. Molto bene. Rigori più o meno limpidi tutti realizzati (benedetto Veretout), autoreti, cioccolatini solo da scartare delle difesa avversarie. In due parole: fattore "C". Non c'è niente di cui vergognarsi ad ammetterlo, ci prendiamo tutto molto più che volentieri. Il problema è che alla lunga la ruota gira e se non riesci a sistemare quelle cose che dopo due mesi e mezzo di campionato ancora non funzionano, anche i numeri finiscono per voltarti le spalle.
Più passano le giornate e più la Fiorentina somiglia a se stessa. Sia nel bene che nel male. Qualche esempio, per capirci: Chiesa è sempre più devastante e la difesa - al netto di un Lafont che ancora non convince - sta alzando il suo rendimento di partita in partita. D'altronde il centrocampo somiglia sempre più ad un rompicapo e là davanti le poche idee che riescono a filtrare dalla mediana avversaria finiscono nell'oblio psico-tecnico di un attacco sterile e ancora alla ricerca di una propria identità.
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