Viola News
I migliori video scelti dal nostro canale

Editoriale

Così Italiano ha riacceso Nico Gonzalez: ora l’acquisto può davvero essere lui 

Enzo-bucchioni
L'editoriale del martedì

Enzo Bucchioni

E perché no…In fondo nella prima parte della stagione l’argentino non ha mai giocato. Fra infortuni grandi o piccoli (fate voi…), malesseri vari e pensieri mondiali con relativa delusione finale, l’assenza del giocatore tecnicamente più forte è paragonabile a quelle di Lukaku per l’Inter o di Pogba per la Juventus, tanto per fare dei paralleli.

Per la Fiorentina forse ha inciso ancora di più. Nel momento più difficile qualcuno è arrivato anche a ipotizzare la voglia d’addio, l’inizio di un distacco. Sembrava una storia mai veramente nata e se invece adesso la storia ricominciasse?

Le lacrime di Nico dopo il gol su rigore al Sassuolo sono suonate come una liberazione, un’emozione e (speriamo) un nuovo inizio.

Ma cosa è successo?

Cosa ha cambiato Nico che fino alla vigilia della gara con gli emiliani era ancora un oggetto misterioso alle prese con i suoi dubbi e i suoi guai?

Nella settimana precedente c’è stato un lungo colloquio che i diplomatici definirebbero “duro, ma franco” con l’allenatore Vincenzo Italiano. Tutto è nato da lì, da una sosta di chiarificazione, un dirsi le cose in faccia, anche duramente, che spesso serve e fa bene.

L’allenatore ha cercato le parole giuste per riaccendere e stimolare l’argentino, anche e soprattutto sotto l’aspetto psicologico. L’esclusione dal trionfo mondiale per l’infortunio nel ritiro dell’Argentina non è stata sicuramente una botta da poco. Mettetevi nei suoi panni di ragazzo che coltiva una sogno e quel sogno svanisce all’ultimo istante…non deve essere facile.

Ma Nico ha appena 24 anni e tanto talento, su questo ha giocato Italiano, sull’orgoglio che deve ritrovare, sulla voglia di tornare ad essere determinante in una piazza come Firenze che esalta i giocatori quando danno il massimo, ma anche in chiave futura, con la Nazionale e non solo. Un richiamo, ma anche uno stimolo.

La reazione di Nico, almeno a parole, c’è stata ed è stata forte. E’ stato colto il segnale giusto. Insomma ha intenzione di far vedere tutta la sua forza, ha voglia di far vedere anche ai tifosi fiorentini che giocatore è e lo accarezza l’idea di poter diventare il leader di questo gruppo, almeno in campo.

Ovviamente dalle intenzioni serve poi passare ai fatti e la mezz’ora di domenica scorsa va considerata solo una ripartenza, ma l’atteggiamento di Nico Gonzalez sembra davvero cambiato, sembra che sia riuscito a buttarsi alle spalle il periodo nero e la sfortuna.

L’allenatore avrebbe raccontato al suo staff la soddisfazione per questo colloquio, ma anche l’ottimismo per il futuro. Poi, ovviamente, serviranno continuità e testa molto fredda, allenamenti duri, concentrazione e dedizione, ma Nico Gonzalez ha capito cosa Firenze, i tifosi, la società e i compagni di squadra si aspettano da lui.

Sei il più forte? Dimostralo. Sei il più forte? Trascina la squadra, aiutala a risolvere il problema del gol.

E in effetti l’ingresso di Nico sul campo contro il Sassuolo è stato come un soffio di vento che ha buttato all’aria tutto, a cominciare dalla difesa degli emiliani. E’ chiaro che la sua velocità di gambe e di pensiero, il suo essere imprevedibile, le sue giocate e le sue intuizioni siano di un livello diverso e superiore a molti altri. L’anno scorso era mancato in continuità, ma quando Nico Gonzalez ha deciso o decide di giocare, ci sono pochi giocatori con le sue qualità. E’ anche un problema di crescita mentale e c’è la speranza che proprio questo periodo non felicissimo abbia contribuito a una riflessione profonda.

Il ritorno in campo ha fatto vedere il miglior Nico dal punto di vista dell’approccio e delle giocate, ora si tratterà di recuperare in pieno la forma fisica e i novanta minuti, ma quando la testa è libera, quando c’è voglia di dimostrare e concentrazione, tutto diventa più facile.

E allora torno all’acquisto di Nico. Ritrovarlo al top della condizione nel giro di poche partite significa davvero tanta roba. Un giocatore da venticinque milioni che non avresti mai trovato sul mercato e mai potuto comprare a gennaio.

Parlo per concretezza e praticità, al di là di chi farà delle ironie sul braccino e sul mercato che non si fa, ma tecnicamente è comunque un grande acquisto anche se faceva già parte della rosa. Non c’è ombra di dubbio. Nico è il giocatore che salta l’uomo e da la superiorità numerica, che inventa linee di passaggio e all’occorrenza può fare anche il falso nueve come detto in molte occasioni anche l’anno scorso. Spesso con l’Argentina ha giocato in quella posizione. Ma comunque è un grande valore tecnico recuperato.

Ora la palla passa a lui con la speranza che i propositi siano davvero buoni e in campo vadano addirittura oltre le promesse. Anche l’allenatore è fiducioso, spera che le sue parole siano state recepite in pieno e le reazione promessa sia rispettata fino in fondo. Ma, restando in tema, si aspetta anche il ritorno ai loro livelli di giocatori che fino ad oggi hanno deluso per motivi vari come Dodò o Barak, parenti degli originali, ma anche Mandragora che sembrava tornato ai suoi livelli nelle amichevoli di dicembre e invece s’è fermato di nuovo.

Anche per il centroavanti sembra davvero che la Fiorentina stia aspettando e aspetterà fino alla fine della stagione il ritorno di Cabral e Jovic ai loro livelli.

La scommessa è dura, ma continua, non c’è l’intenzione di fare operazioni in uscita anche se un paio di società hanno fatto sondaggi per il brasiliano. Non accetterebbe il trasferimento in basso. C’è ancora la speranza che Cabral e Jovic si sblocchino e comunque l’idea che crescendo il gioco di squadra possano salire anche le loro prestazioni sempre viva. Speranza tanta, poche certezze.

Ma questa è l’idea della società che comunque è attenta e se negli ultimi giorni dovesse capitare una grande occasione non se la lascerebbe sfuggire. Ora osserva.

Ma ad oggi, anche con il recupero graduale di Castrovilli, non si stanno pianificando acquisti per l’immediato. Si spera pure nel ritorno di Sottil che fatica a trovare continuità, dopo giorni di lavoro succede che ci siano ancora fastidi e dolori, ma nel giro di un mesetto potrebbe riprendere confidenza con il campo.

Per non parlare poi di Amrabat che è tornato dal mondiale acciaccato, ma con grande energia e autostima a mille. Se il marocchino ripeterà in viola la prestazioni e trasmetterà anche la leadership vista in Qatar potrebbe davvero trasformare il centrocampo viola.

Aspettative, come si vede. Ma tutte situazioni reali che se evolvono in positivo come dovrebbero, potrebbero davvero dare un senso diverso al Campionato Due appena cominciato.

Sul mercato, concretamente, oggi è più facile pensare invece a qualche altra uscita dopo Maleh e Zurkowski. Sta riflettendo Venuti che potrebbe accettare l’offerta dell’Empoli per tornare a giocare con continuità e quella serenità che purtroppo ha perso a Firenze. A giugno, comunque, si svincolerà.

Nell’attesa fatico a capire il pessimismo e lo scetticismo dilaganti. E’ vero, contro il Sassuolo la Fiorentina non ha giocato bene, ma ha vinto. Non basta più? Una volta non erano le vittorie ciniche quelle più belle? Ben sapendo, a maggior ragione, che comunque questa squadra sa giocare a calcio e l’ha dimostrando anche nel primo tempo con il Monza.

All’orizzonte ci sono due gare stimolanti. La Samp giovedì in coppa Italia, gara secca, è un’occasione per andare avanti. Credere nella coppa è un obbligo e potrebbe diventare un’occasione.

Domenica sera in campionato la Roma che ha strappato il pari al Milan dopo una partita (questa sì) orrenda e ha perso un difensore dei tre, Ibanez, per squalifica. Mourinho non ha dato gioco, ma ha giocatori di grande carattere e qualità, da Dybala a Zaniolo la scelta è ampia. Bel test per capire molte cose in sospeso, tante delle quali scritte qui sopra. L’occasione giusta per molti, per rilanciarsi, per crescere.

Cabral è in dubbio, la caviglia è gonfia. Oggi gli esami diagnostici. Sempre oggi Jovic dovrebbe riprendere ad allenarsi, anche Mandragora spera di farcela.

Nel frattempo, oggi o domani, ci sarà l’annuncio della firma di Bonaventura che prolunga fino al 2024 quando avrà 35 anni, con opzione di un altro anno ancora. Scelta giusta, è il giocatore in rosa di maggior intelligenza calcistica, la qualità è superiore alla media e l’età in questi casi conta poco.

tutte le notizie di