La domanda viene da sé, a metà di un campionato in cui gli orizzonti della parte sinistra non sono alla portata ma allo stesso tempo la zona retrocessione dista una buona area cuscinetto. Cosa dirà il girone di ritorno? Proviamo a rispondere, partendo da Cesare Prandelli. Può essere ancora lui l'allenatore del futuro, col quale costruire un percorso pluriennale? Beh, perché no? A differenza di Iachini non è un risolutore di problemi, ma un vero e proprio maestro. In passato tutte le sue squadre hanno avuto un'identità di gioco precisa. Le sue idee sono sempre state tradotte in concretezza, ma deve partire da zero. In alternativa ci sono sempre i nomi di allenatori che sono stimati da tempo. E' il caso, su tutti, di Ivan Juric che oggi è corteggiato anche dal Napoli. E qui sorge un altro interrogativo: dopo essere stato sedotto dalla Fiorentina, l'allenatore del Verona avrà digerito l'abbandono a cui sono stati obbligati gli uomini mercato viola nella scorsa estate?
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Da Prandelli ai titolari del futuro: le risposte che darà il girone di ritorno
Prandelli, Pradè ed i giocatori: il girone di ritorno darà risposte al futuro della Fiorentina che è già dietro l'angolo
E passiamo alla squadra: il girone di andata ha raccontato che Dragowski è un portiere concreto, pratico. Fatto e finito. Ma di Pezzella che sarà? Il rinnovo era un tema attuale, oggi meno. Milenkovic, invece, non ha mai aperto su questo fronte. A centrocampo la certezza è Amrabat, anche Bonaventura è un elemento prezioso. Castrovilli non si tocca (anzi, è ancora interessato a prolungare con la Fiorentina?). Gli altri potranno essere sostituiti, così come andrà trovato un nuovo Ribery che a maggio dirà addio. Kokorin è una soluzione intrigante, in una stagione senza troppi affanni ci si può permettere di concedergli il periodo di adattamento. Su Kouame saranno determinanti i prossimi sei mesi, mentre per Vlahovic vale la posizione di Castrovilli, nel suo caso la firma sul rinnovo per adesso non arriva.
Fuori dal campo balla il futuro di Daniele Pradè. Pochi manager hanno un numero di contatti nel calcio come ha lui, pochi hanno la stessa capacità di assumersi ogni responsabilità degli errori commessi. Operazioni alla Ribery sono realizzabili grazie alle risorse economiche, certo, ma senza i suoi buoni uffici sarebbero molto più complicate. E' in scadenza, confermarlo significherebbe dare continuità al percorso societario che ancora non è decollato ma che qualche base l'ha messa. Cambiare, invece, significherebbe ripartire da zero. Se davvero dovesse rimanere il ds, sarebbe bene prolungare per un biennio. Cosa che gli darebbe una maggiore forza e operatività. Tante domande, tanti quesiti che troveranno risposte soltanto col tempo.
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