A Firenze ci è arrivato da seconda linea, una etichetta difficile da strapparsi di dosso. Con Chiesa intoccabile a destra, Simeone come unica punta centrale e l'agognato Pjaca sul lato opposto era prevedibile che a Kevin Mirallas di spazio ne sarebbe toccato poco. E così è stato, anche se lui si sarebbe aspettato qualcosa di diverso. Ha guardato dalla panchina le prime tre contro Chievo, Udinese e Napoli, con Pioli che gli ha concesso i primi minuti soltanto a Marassi contro la Sampdoria.
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Da Genova a Firenze, i primi passi di Mirallas in viola
A Marassi Pioli lo aveva buttato nella mischia all'ora di gioco, ieri gli sono toccati altri ventinove minuti
La mezz'ora di Genova non ha convinto del tutto il tecnico, che nel postpartita disse di avere aspettative di altro livello nei suoi confronti. E a ragione, visto che nei minuti trascorsi sul campo contro la squadra di Giampaolo recuperò sì qualche buon possesso, ma fu piuttosto sterile in fase offensiva. Unica eccezione la percussione in accentramento del finale, terminata con la conclusione al lato di Audero.
Ieri contro la Spal Pioli ha concesso a Mirallas una seconda chance, ancora una volta di circa trenta minuti. Il contesto più rilassato e le sue maggiori motivazioni hanno avuto come risultato un evidente incremento nella partecipazione al gioco: i palloni giocati sono stati 23, mentre a Marassi si erano fermati a 8. Nella conferenza a margine della vittoria contro i ferraresi Pioli lo ha punzecchiato ancora una volta: «Ce l'aveva con me perché era sicuro di giocare» ha detto «ma quando è entrato ha fatto bene».
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