Pantaleo Corvino, responsabile dell'area tecnica del Lecce ed ex direttore sportivo della Fiorentina, ha parlato a Radio Bruno Toscana:
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Corvino: “Deriso quando parlavo di obiettivo quarto posto. L’incontro con Barone…”
Le parole dell'ex dirigente viola
Procuratori? "Da tempo hanno alterato gli equilibri, oggi i giocatori sono quasi di loro proprietà. Spetta alle società e ai dirigenti capire con quali agenti lavorare e con quali no. Spesso vengo accusato di aver lavorato quasi esclusivamente con Ramadani, ma sia a Lecce che a Bologna non ho preso suoi calciatori, a Firenze ne ho presi sette (su trenta proposti) che poi hanno fruttato plusvalenze alla società".
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Come sto senza Firenze e la Fiorentina? "Dieci anni nel calcio sono come cinquanta nella vita normale, come si fa a dimenticare tutto quello che ho vissuto? Nel primo ciclo quattro anni sono stati positivi e tre meno, nel secondo ciclo, in autofinanziamento, ho dato il meglio. Abbiamo centrato due ottavi posti, il terzo anno alcune dichiarazioni mandarono tutto a monte. Sono stati anni dove abbiamo provato a fare qualcosa attraverso le idee, anche se non tutto è riuscito bene".
Un giudizio sulla Fiorentina attuale? "Da lontano non si ha la realtà vera della situazione. Il calcio è come la vita, ci sono momenti di travaglio e altri di quiete. Ora per la Fiorentina è in una fase di travaglio, ma arriverà la quiete, poi di nuovo la tempesta, è una cosa normale. Ogni gestione prova a raggiungere Roma seguendo la propria strada. Quando dicevo che il nostro scudetto era il terzo o il quarto posto venivo deriso, ma si deve essere coscienti delle proprie possibilità".
La mia ultima stagione alla Fiorentina? "Si è parlato di una squadra in lotta per non retrocedere, ma a marzo eravamo già salvi e non abbiamo dovuto aspettare la fine del campionato per fare 40 punti. Si erano buttate le basi, c'erano Muriel, Vlahovic, Veretout, Gerson, Biraghi, Milenkovic...".
Contrapposizione tra Commisso e stampa? "Per quanto mi riguarda ho sempre avuto una dialettica sincera e vera con tutti, poi c'è chi mi ha supportato e chi non mi ha sopportato, non si può trovare la chimica con tutti".
Se mi manca la Fiorentina? "Gli striscioni ci sono stati da parte di chi non riconfermavo. Con i tifosi c'è stato amore e odio. Gli errori, e ne ho fatti, li ho fatti cercando di fare il bene della Fiorentina. Un conto è prendere cantonate spendendo poco, un altro quando spendi tanto. I miei acquisti più costosi sono stati Toni, Vargas, Gilardino e Simeone".
Incontro con Barone e addio alla Fiorentina? "A meno che non parlino i muri, ognuno può raccontare quello che vuole. Ero il responsabile tecnico di una proprietà che ormai non c'era più. Avevo altri tre anni di contratto con la Fiorentina, che non mi furono risarciti quando me ne sono andato. Basta controllare i bilanci per sapere quanto ho preso di buonuscita. Era giusto che non rimanessi a lavorare nella stessa città dove sono stato con un'altra proprietà per non mettere in difficoltà la nuova, che aveva tutto il diritto di scegliere il nuovo management".
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