
Prima conferenza stampa di Stefano Pioli, dopo il suo ritorno alla Fiorentina per la terza volta in carriera. Il tecnico viola ha parlato della squadra, idee di gioco e obiettivi stagionali. Ecco le sue parole.

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Prima conferenza stampa di Stefano Pioli, dopo il suo ritorno alla Fiorentina per la terza volta in carriera. Il tecnico viola ha parlato della squadra, idee di gioco e obiettivi stagionali. Ecco le sue parole.
"Ci sono tutte le condizioni per fare un grandissimo lavoro. Ci sono i giocatori giusti, con la determinazione di fare tutto il possibile per alzare ancora il livello".
"Perché me la sento dentro, perché ci sono legato sotto tutti i punti di vista. Ho sentito che era la cosa giusta da fare. Vivo molto delle mie sensazioni ed emozioni. Non ho avuto nessun dubbio nel venire qua. Il gioco? La qualità da sola non ti fa vincere le partite, ci vuole intensità ed intenzione. Saranno importanti queste tre settimane e dopo le amichevoli che faremo in Inghilterra avrò le idee più chiare. Ho visto un grande atteggiamento da parte dei giocatori comunque".
"Vanno conosciuti prima di tutto i giocatori. Bisogna poi andare a scegliere uno stile di gioco che metteremo in campo. Ancora non ho fatto delle scelte comunque. Obiettivo? Alzare il livello. Vogliamo essere protagonisti in tutte le competizioni, possibilmente tornare in Champions League".
"Ho parlato con Moise, non so quanto possa avere inciso. Lui si trova molto bene a Firenze, in un club che gli ha dato fiducia. È molto forte, e siamo entrambi soddisfatti".
"Abbiamo una città che non vede l'ora di vedere una squadra con un calcio propositivo e noi andiamo in quella direzione. Ho voglia di sfida, altrimenti avrei fatto un'altra scelta".
"Credo che non si debba più parlare di sistemi di gioco. Difesa a 3 e difesa a 4 sono solo numeri iniziali, le situazioni ormai sono dinamiche. Ci sono sempre degli spazi da occupare. Per quanto riguarda i centrocampisti, invece, devo capire bene cosa ho in mano ed a disposizione, e poi semmai cercheremo di integrare ciò che manca"
"Credo che possano stare insieme in campo, abbiamo una squadra che può essere imprevedibile. C'è l'idea comunque di farli giocare insieme. Più giocatori di qualità abbiamo, più possibilità abbiamo di vincere".
"Gudmundsson è un giocatore intelligente e vuole andare sempre in possesso palla. Se un giocatore è "anarchico" perché dà soluzioni davanti, ben venga. È forte. Fazzini? È un giocatore di qualità che si può adattare. Più diventiamo imprevedibili per i nostri avversari più abbiamo chanche di metterli in difficoltà. Ad ogni modo, ho bisogno di più tempo per capire meglio la situazione".
"Mi è bastata una videochiamata con Ferrari, Pradè e Goretti per dire sì. Poi è stato un mese un po' di ansia per capire come poteva finire la situazione, ma è andata bene. Dzeko? Quando avevo Zlatan Ibrahimovic al Milan e non c'era la sicurezza di tenerlo, avevo chiesto Edin (Dzeko) per sostituirlo. Credo che sia quindi un giocatore importate e di spessore".
"Il Presidente è completamente d'accordo con me e ci siamo sentiti più di una volta. Ha investito tanto su di me facendomi un contratto lungo, ed io ho investito tanto sulla Fiorentina. L'obiettivo è quello, quindi, di provare a salire ed ottenere risultati che non sono arrivati in passato. Commisso mi sembra, comunque, una persona molto diretta, chiara, ed il rapporto è partito nella direzione giusta".
"Sono cresciuto con quell'esperienza. Ma ho avuto bisogno di nuovo sfide, più pressione, più stress. Potevo rimanere ad essere uno degli allenatori più pagati, ma volevo tornare, anche perché in Italia ci sono i migliori allenatori, e volevo esserci anch'io. Firenze? Aspettavo solo la sua chiamata. Sono contento ed orgoglioso di essere qua e non mi sono mai sentito così preparato. Tutte le esperienze che ho fatto mi hanno permesso di essere un'altra persona ed un altro allenatore. Non sarà facile ma sarà bello e emozionante".
"È bravissimo e simpaticissimo. È molto dentro al lavoro e dentro al gruppo. Lo vorrei ancora più efficace in fase offensiva. Lui dice che ha fatto tanti assist, ma io vorrei che facesse più gol. È uno dei pochi che poteva reggere, comunque, la gamba di giocatori come Leao. Ci puntiamo".
"Fazzini e Viti sono nomi che abbiamo condiviso. Credo che sia importante avere una base di giocatori italiani, perché conoscono bene l'ambiente. Non abbiamo preso loro, comunque, solo perché sono italiani, ma perché sappiamo che possono alzare il livello. Sottil? Lo valuterò in questo periodo, fino alla fine della tournee in Inghilterra".
"Ho parlato con Luca Ranieri, e gli ho chiesto se si sente di reggere il peso di quella fascia, che è stata indossata dal mio Capitano (Davide Astori). L'ho trovato motivato e convinto, e sono convinto che sarà un grande Capitano".
"Prometto alla Curva che daremo il massimo ogni giorno per far sì che sia una bella stagione. Nella mia esperienza da allenatore ho conosciuto i ragazzi della Curva. Ad esempio, dopo un brutto Fiorentina-Verona in passato, ci siamo allenati allo stadio in vista del match con la Juventus, e sono arrivati i ragazzi della Curva che hanno fatto un discorso forte, deciso e sensato. I nostri tifosi sono puri, ed hanno una passione incredibile. Non esiste Fiorentina senza fiorentini. Non so cosa è successo in passato, ma so per certo che in un ambiente unito si ottiene tanta energia. Il loro supporto è importante. Soffriremo insieme, lotteremo insieme, e mi auguro che avremo tante soddisfazioni alla fine. Beltran? È un giocatore che lavora tanto con la squadra, mi piace ed è un ragazzo puro. Non voglio però fare una squadra di bravi ragazzi, ma di giocatori che ci portino a vincere. Devo valutarlo, vediamo in queste settimane".
"È una competizione importante alla quale teniamo. Tutta la preparazione di queste settimane è orientata ad iniziare bene nei preliminari di Conference League e nelle prime trasferte in campionato. In Conference League, comunque, vogliamo arrivare fino in fondo, anche se ai preliminari troveremo squadre più avanti nella preparazione e con più partite sulle gambe. Questo, comunque, non ci deve condizionare, e bisogna prepararci bene".
"Quelle ci saranno sempre. Le esperienze che ho fatto però, sono 25 anni che alleno, mi hanno fatto imparare tante cose. Sono cresciuto e cercherò di mettere in campo le mie idee. Sento di poter dare alla squadra tanto. Darà tutto e voglio tutto. Non mi piacciono infatti i giocatori che fanno il compitino, e voglio vedere determinazione. Sono fiducioso, comunque, perché ci son tante persone con ambizione e che vogliono ottenere il massimo. Soprattutto Gosens e Mandragora, hanno una grande mentalità".
"Nella mia vita professionale e non, lui c'è sempre. Non ho mai smesso di sentirlo con me".
"Sarà un anniversario molto importante. A me piace molto sognare e credo che debbano farlo anche i giocatori. Bisognerà lavorare tanto per cercare di esaudire i nostri sogni".
"Ho visto che Allegri non ci ha messo tra le candidate per la Champions. L’ho già segnato sulla lavagnetta. Comunque, credo che i doppi impegni inseriscano un ulteriore indice di difficoltà, ad ogni modo il livello delle squadre si è assottigliato. Quando la Juventus vinceva tutti quegli scudetti consecutivi c'era molto più dislivello. Ad esso ce ne è meno".
"De Gea è un giocatore importantissimo, ma anche Martinelli ha caratteristiche importanti. Avremo tante partite e ci saranno scelte da fare anche per evitare il rischio di infortuni".
"È stato un onore poter allenare Cristiano. Non so se è stato il giocatore più forte nella storia del calcio, ma sicuramente è una leggenda. Non avete idea di cosa c'è dentro e fuori il giocatore Cristiano. Non l'ho allenato, ho condiviso con lui un percorso, ed è un professionista incredibile, tutta la sua giornata è orientata per prepararsi al meglio fisicamente e tecnicamente in vista della prossima partita. Ha un'ossessione continua. Anche noi dobbiamo avere quella ossessione. Comuzzo? Si giocherà il posto da titolare. È un ragazzo affidabile. Al di là delle competizioni che faremo, comunque, ho chiesto alla società di non aver tanti giocatori. Non possiamo avere 30 giocatori. Preferisco avere difficoltà per una-due partite o far giocare più giovani. Anche perché il compito più difficile è quello di motivare i giocatori".
"Per fare bene, ho bisogno di star bene. A Firenze, so di poter star bene. Le critiche? Arrivano sempre, ma ho le spalle larghe. Non c'è niente, comunque, che non mi fa pensare in positivo a Firenze. Sono curioso, mi documento, e cerco di prendere qualcosa anche da altri sport. Luis Henrique, ad esempio, ha detto una cosa molto bella: siamo prevedibili per noi stessi ma imprevedibili per gli avversari. Il calcio di inizio che ha fatto con il PSG Luis Henrique, riprendendolo dal rugby, io l'ho fatto 10 anni fa. Bisogna essere creativi e curiosi nel cambiare".
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