Il difensore della Fiorentina, chiamato da Luciano Spalletti in Nazionale, si racconta a VivoAzzurro
In una lunga intervista rilasciata a vivoazzurro.tv, il difensore della Fiorentina Pietro Comuzzo, fresco di chiamata in Nazionale maggiore, si è raccontato, parlando di calcio e pure tanto altro. Eccone alcuni passaggi.
Gli inizi ed il debutto in Serie A
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Ho iniziato nel Tricesimo, per poi passare all'Udinese, dai 6 ai 13 anni. Da lì sono andato al Pordenone per una stagione e ormai da sei anni sono a Firenze. Il primo anno alla Fiorentina, nell'U15, ero insieme a mio fratello Francesco e averlo lì è stato più facile per potermi integrare. L'esordio in Serie A? Contro il Napoli, vincevamo 2-1 e mister Italiano, a sorpresa, mi ha detto di entrare. Solo dopo la fine del match mi sono davvero reso conto cosa fosse successo.
Il modello calcistico e la Nazionale
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Mi ispiro a Giorgio Chiellini, sia per quello che ha fatto in campo che fuori. Ha una grande leadership e un giorno mi piacerebbe parlarci. La convocazione in Nazionale è stata una grande emozione, solo il pensiero di indossare quella maglia e cantare l'inno è un qualcosa di fantastico. Sono emozionato di entrare a far parte di un grande gruppo.
La perdita della mamma
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L'anno scorso mia madre è venuta a mancare e in quel periodo essere a Firenze, lontano da lei, è stato davvero pesante. Questa perdita mi ha dato però una spinta interiore a fare sempre meglio per lei. Avere le persone care vicino a te sembra scontato ma poi da un momento all'altro le perdi... Ha fatto male, certo, ma in famiglia siamo stati molto uniti, per darci forza a vicenda.