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Commisso: “Lo stadio? Non è un monumento. E non voglio che a Firenze succeda come a Roma”

Il presidente parla in collegamento dagli USA

Redazione VN

Il numero uno viola Rocco Commisso è intervenuto in collegamento telefonico durante Il Salotto dello Sport su RTV 38:

"La trasparenza è sempre la via giusta. Non è giusto fare nomi, ma i ragazzi non sapevano di essere malati. Però stanno bene, credo che fra pochi giorni saranno a posto. La speranza è quella di avere tutti in campo entro la fine della prossima settimana. Dopo essere stati chiusi per due mesi in casa penso ci sia grandissima voglia da parte dei ragazzi di giocare a pallone. Spero che le condizioni per ripartire ci saranno, anche se nessuno sa quello che succederà tra un mese; l'intenzione è quella di andare avanti, sperando che il Governo ci autorizzi a farlo.

Ho chiesto quando i contagiati potranno riprendere a pieno ritmo, ma la verità è che non si sa. Ci saranno accertamenti su Vlahovic, Pezzella e Cutrone nella prossima settimana. L'importante, in generale, è non intaccare la prossima stagione, perché in quel modo due campionati sarebbero rovinati. L'economia, in Italia come in America, deve andare avanti. Se si deve proprio compromettere qualcosa, meglio rinunciare a questa stagione, fare amen e cominciare la prossima in maniera regolare. Questo è fondamentale per l'Italia. La data entro la quale chiudere se si riparte? Credo che il 2 agosto sia ok, ma c'è chi ne sa più di me su questo.

"La strada giusta per le infrastrutture è quella che stiamo seguendo. Io ho seguito la situazione di Roma (la questione nuovo stadio della Roma, ndr), lì è stato uno schifo, non voglio che succeda anche a Firenze. Non capisco questa cosa che in Italia non si può respirare con i monumenti, gli impianti si devono vivere, non guardare. Come facciamo noi a competere con squadre che sono state aiutate dalla loro politica e dai loro Stati con le infrastrutture? Io sto portando soldi in Italia, non capisco quale sia il problema. La periferia è una delle possibilità, ma credo che Nardella e Firenze vogliano che la Fiorentina resti in città; ringrazio il sindaco per l'impegno e per la comunicazione. Quando lo stadio di Campo di Marte è stato costruito, lì era campagna. Adesso, cent'anni dopo, ci vuole un altro investimento, e magari tra cent'anni Campi Bisenzio sarà città allo stesso modo. Lo stadio è un investimento di cinquant'anni massimo. Non è un monumento, chiedo scusa se qualcuno si sente offeso: prima i tifosi, poi la struttura. E si deve vivere tutti i giorni, non due ore ogni due settimane."

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