Lunga intervista de La Nazione ad Alessio Cerci. Vi proponiamo i passaggi più interessanti dell'articolo firmato Angelo Giorgetti:
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Cerci: “Firenze, ricominciamo insieme”
“Farò parte della rifondazione viola, avete visto solo il 50%. ” (COMMENTA)
Cerci uomo-copertina. Visto come si era messa è quasi un miracolo.
«Ci speravo tanto, soprattutto nei momenti difficili. Ne ho passati troppi e non voglio più riviverli. Ero sempre nel mirino, una persecuzione».
Magari anche per colpa sua.
«Qualche cavolata l’ho fatta, poca roba davvero, ma su di me ho sentito le leggende più incredibili, compresa quella del gatto al guinzaglio. Io ho un cagnolino, eppure è venuta fuori quella storia e tutti ci hanno creduto... C’è stato francamente troppo accanimento, quasi una gara a dipingermi in un certo modo. Ma io ho dimostrato di sapere reagire sempre e di questo sono fiero».
Vicecapocannoniere viola per due stagioni. Eppure è sempre o quasi emerso il personaggio negativo. Come se lo spiega?
«I tifosi hanno creduto a quello che veniva scritto o detto. Certo che poi le cose non sono andate benissimo per la squadra e nei momenti difficili si sa come va... Ma io sono un ragazzo normale, vengo da una famiglia semplicissima, ho rispetto degli altri. Non bevo, non fumo, non vado a mignotte. Sono fidanzato da tre anni con la stessa ragazza e stiamo pensando di sposarci. Davvero non mi spiego l’immagine che mi è stata appiccicata. Dov’è il problema?».
Forse è superato grazie ai suoi gol.
«Io voglio farmi voler bene da Firenze».
E’ una dichiarazione o una promessa?
«Tutte e due. Io voglio far parte della rifondazione della Fiorentina, sento che i miei problemi qui sono finiti».
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Provi a diventare allenatore: come si fa a entrare nella testa di Cerci? Come si fa a ottenere continuità da lui?
«Bisogna farmi sentire un giocatore importante. Non mi piace sentirmi disperso nel gruppo. Ho bisogno di avvertire la fiducia dell’allenatore, dei compagni, dell’ambiente, dei tifosi. Allora sì che posso fare cose grandissime!».
Ventura nel Pisa ci era riuscito.
«E’ vero, quell’anno mi sentivo benissimo, mi riuscivano cose molto belle. Credo che fosse merito soprattutto del clima, del calore che sentivo intorno, delle aspettative che riuscivo a soddisfare».
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Le è mai venuto il dubbio che sia vero?
«Mah. Invece ho una certezza: per ora in campo sono riuscito a esprimere solo il 50 per cento di quello che so fare. Parlo della partita, perché poi in allenamento mi riescono cose più difficili... Magari sono io che non riesco a capire quanto valgo, non lo so, a volte mi è venuto anche il dubbio.
Ma ora sono molto più tranquillo, la mia testa è cambiata e l’unica cosa che voglio è dimostrarlo qui a Firenze».
E’ la seconda sviolinata.
«Sono sincero. Ora se vado in giro mi fanno solo complimenti».
E prima?
«Offese di tutti i tipi».
Tipo?
«La più frequente: romano di m... E poi insulti alla mia ragazza, a mia madre, alla mia famiglia. Sono un uomo e ho reagito. Vorrei vedere chi avrebbe sopportato in silenzio. E poi, con questa storia del romano...».
Poi c’è stato il calcio a De Ceglie in Fiorentina-Juve.
«E l’espulsione. Mi cadde il mondo addosso. Ma anche lì...».
Lì cosa?
«Il guardalinee vide il mio calcio e non la manata che De Ceglie mi aveva dato un attimo prima. Ma non voglio scusarmi. Ho fatto un errore gravissimo».
Cerci attaccante puro contro Inter e Roma: non è andata male, anzi.
«Ho fatto la seconda punta durante tutta le giovanili, è un ruolo che mi piace. Anche fare il centravanti mi diverte, posso trovare meglio la profondità, certo che contro Inter e Roma avevo più spazi a disposizione».
Ci sono giocatori che le piacciono più di altri?
«Lasciamo perdere Messi e Cristiano Ronaldo, loro sono oltre. Seguo Falcao dell’Atletico Madrid, ha classe e potenza, si sacrifica per la squadra e segna un sacco di gol. E poi Van Persie. In Italia Giovinco, ha fatto un’annata fantastica».
Magari potrebbe toccare a Cerci. Ma lei si sente da Nazionale?
«In questo momento no, non ho saputo dimostrare continuità. Ma potenzialmente mi sento di poter entrare in quel giro».
Ma è vero che la voleva il City?
«Ci sono stati contatti, soprattutto a giugno, perché venivo da un grande finale di stagione. C’è stata anche un’offerta della Juve».
Occhio, parola che è meglio non pronunciare a Firenze.
«Io posso promettere che darò sempre il massimo e farò di tutto per essere amato».
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Operazione simpatia: parli in fiorentino.
«Qui dicono sempre ‘tu vedrai’. Vabbè, allora io dico ‘Firenze tu vedrai che mi vorrai bene’»..
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