La sentenza afferma che il caso si basava principalmente sulla testimonianza di Albert Gudmundsson e della donna che lo ha denunciato nell'estate 2023, nonché sulle parole di diversi testimoni, e che la cronologia del caso sembrava supportare la testimonianza di Albert meglio di quanto non lo facesse quella della donna. Secondo la legge sulla procedura penale, la Procura aveva quattro settimane per decidere sul ricorso, dunque questa tempistica è stata rispettata rispetto al 10 ottobre, data dell'assoluzione in primo appello.
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