Nove partite al termine di una stagione fallimentare perJose Callejon, probabilmente la peggiore della sua carriera. Una manciata di incontri, minutaggio permettendo, da sfruttare al massimo. Quantomeno per cercare di ridurre gli ingenti danni morali sin qui accumulati. Arrivato in estate su specifica indicazione di Iachini, questa la versione ufficiale più volte ribadita dal club, ha collezionato una panchina dietro l'altra come mai gli era capitato. Persino gli ultimi mesi trascorsi al Napoli, tra alti e bassi perenni, in confronto risultano un ricordo abbagliante. Il compito dopo la cessione di Chiesa era quello di non farlo rimpiangere, portando in dote caratteristiche diverse ma produttive. Missione sin qui fallita, o meglio, neanche iniziata. Con Prandelli infatti il feeling non è mai scattato. Motivazioni tattiche certo, ma non per questo meno dolorose nella testa di un giocatore che per anni ha dipinto un calcio meraviglioso sotto l'ègida di Sarri.
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Callejon, ora o mai più. Serve un guizzo per limitare i danni
Paradossale la situazione dello spagnolo, da troppo tempo rinchiuso nella sua gabbia dorata
I numeri offrono un'altra chiave di lettura del suo presente, immutata la conclusione. Nonostante sia il secondo tesserato più pagato della rosa (oltre 2 milioni di ingaggio più bonus) sono soltanto 17 le presenze in stagione; 675' minuti totali, 7 volte da titolare e 10 da subentrato, con una media di circa 39 minuti ad apparizione. Magro il bottino, una rete in Coppa Italia contro il Padova ed un assist in Serie A contro il Cagliari. Inevitabile il crollo del suo valore di mercato. Con l'avvento dello Iachini-bis la speranza resta quella di vederlo maggiormente coinvolto indipendentemente dal modulo, quantomeno a partita in corso. Condizione indispensabile per immaginare un futuro a Firenze e non compromettere in maniera definitiva il rapporto.
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