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Beltran ed il paragone di Italiano: cosa può succedere quest’anno là davanti

Beltran ed il paragone di Italiano: cosa può succedere quest’anno là davanti - immagine 1
Forse in questa stagione vedremo più spesso una Fiorentina a due punte? Probabile, ma sappiamo anche che il dogma del tecnico gigliato prevedere un centravanti e due esterni offensivi

Nessuno si sarebbe aspettato un paragone del genere. "A chi somiglia Beltran? Faccio un nome caro a Firenze: Ciccio Baiano": come ormai sanno tutti, è stato lo stesso Vincenzo Italiano a dirlo, durante la conferenza stampa di Vienna. Ecco che allora la domanda sorge spontanea: cosa sta studiando il tecnico viola? In città, del resto, ci sono già dei rumours riguardo al nuovo attaccante viola proveniente dall'Argentina ed a una sua posizione in campo tutta da scoprire. E su cui lavorare, perché l'ex River potrebbe essere impiegato anche da seconda punta centrale, magari qualche metro indietro a M'Bala Nzola. Un po' come faceva, appunto, Francesco Baiano, nato centravanti - seppur sui generis, per quei tempi - e poi diventato la fortissima spalla di un certo Gabriel Omar Batistuta.

Il grande Ciccio

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Dopo aver giocato con le maglie di Napoli, Empoli, Parma ed Avellino, il grande Ciccio nell'ormai lontano 1990 arriva al Foggia e lì esplode, giocando centravanti vero nonostante non sia un marcantonio. Alla corte di Zdenek Zeman dà spettacolo, alla prima stagione sigla 22 gol e diventa capocannoniere, trascinando i pugliesi alla promozione in Serie A, poi l'anno dopo si conferma anche nella massima categoria, al centro di un tridente delle meraviglie composto da lui, Signori e Rambaudi. Nel 1992 ecco arrivare la Fiorentina e la sua grande occasione, ma anche un cambiamento nel modo di giocare, visto che i viola di Cecchi Gori lo acquistano per giocare accanto a Batistuta. E in riva all'Arno Baiano si reinventa, diventando una delle migliori seconde punte del campionato, oltre che il partner in attacco preferito da Batigol, come raccontato più volte dallo stesso campione argentino.


L'obiettivo di Italiano

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Adesso la storia si può ripetere, anche se in parte e con le dovute differenze. L'obiettivo dell'allenatore della Fiorentina può essere anche quello di voler dare sempre più forza, peso, imprevedibilità all'attacco viola. E con due punte vere, di ruolo, questo può accadere. Ma non dimentichiamoci anche che il tecnico siciliano ha un vero e proprio dogma tattico e lo ha dimostrato fin qui nella sua carriera. Il suo modo di interpretare il gioco parte dalla difesa a quattro e dal tridente. Poi che sia 4-3-3 o 4-2-3-1 poco cambia, diciamo. Nei primi due anni fiorentini di Italiano raramente abbiamo visto la Viola giocare con due attaccanti autentici, se non in casi in cui l'obiettivo era rimontare uno svantaggio, ad esempio nel secondo tempo della finale di Coppa Italia contro l'Inter o in altre circostanze. Poche, a dir la verità. Qualcosa quest'anno può cambiare, anche perché continuare a ruotare il centravanti ed alternare due giocatori in un ruolo così delicato può risultare alla fine pure controproducente.

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