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Antognoni: “Mi rivedo in De Bruyne. Obiettivi? Portare la mia esperienza ai giovani”

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Giancarlo Antognoni compie 70 anni, ma ha ancora tanti obiettivi. Ecco una lunga intervista che attraversa varie tematiche del suo presente, ma soprattutto del suo futuro
Redazione VN

Giancarlo Antognoni, l'Unico Dieci viola, compie 70 anni e alle 18.00 il Pentasport sarà tutto in suo onore.Oggi ha rilasciato alcune parole all’agenzia di stampa Italpress sia sul proprio presente che, soprattutto, sul proprio futuro:

Al fatto che oggi compio 70 anni sinceramente non ci ho pensato ma in effetti ci sono. Anche se uno si sente giovane e giovanile se uno si concentra bene si accorge che sono passati tanti anni. Non li sento addosso però ci sono. La cosa che mi rende più orgoglioso fino ad oggi è di aver messo su la mia famiglia. Nel mondo del calcio sono invece felice di aver fatto divertire un po' di persone, non solo i fiorentini ma anche gli appassionati di calcio italiano ed internazionale. Mi sono poi divertito pure io perché ho fatto una professione ed un lavoro che mi ha sempre divertito, sia da giocatore che da dirigente. Rimpianti? Lo scudetto a Firenze innanzitutto perché ci tenevo a dare qualcosa di reale alla città e ai fiorentini, poi però c’è anche la mancata finale di Coppa del Mondo giocata perché ero arrivato all’ultimo atto a Spagna ‘82 e non giocarlo per un infortunio mi è pesato molto in questi ultimi anni. Il calcio lo vedo sempre volentieri anche se vederlo e non giocarlo è qualcosa di diverso. Essendo amante di questo sport da tanti anni mi appassiono in particolare quando vedo le partite internazionali, anche se non disdegno neanche le sfide per la bassa classifica, specie se c’è qualcosa di importante in palio. Mi diverto moltissimo soprattutto quando vedo le nazionali di Francia e Brasile che sono piene di campioni e che fanno un calcio molto interessante avendo i migliori giocatori nella loro rose. Un Antognoni nel 2024? Kevin De Bruyne mi sembra un giocatore che ha, modestia a parte, le stesse caratteristiche che avevo io quando giocavo. Forse lui fa più gol di me ma ha il lancio, fa gli assist e prova i tiri da lontano come provavo a fare anche io, e poi ha la personalità per buttarsi dentro in area. Io ho sempre cercato poi di prendere in mano le squadre in cui giocavo, e mi sembra che lo faccia pure lui visto che nel City è un punto di riferimento che i compagni usano quando sono in difficoltà. Obiettivi futuri? Mi piacerebbe rimanere nel mondo del calcio, cercare di fare qualcosa soprattutto per i giovani perché quando uno arriva ad un età andare solo a vedere partite dal vivo non è molto piacevole, quindi vorrei poter restare in questo ambiente e dargli i consigli giusti attraverso l’esperienza che ho avuto io nella mia vita. Ho sentito ad esempio recentemente un grande dirigente come Beppe Marotta esprimere lo stesso mio desiderio, e lui è più giovane di me. Non mi stupisce questa sua ambizione: crescere e valorizzare i giovani è una delle cose più importanti per il calcio di oggi, ed in ottica futura


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