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Addio sogni di gloria? Ecco cosa c’è dietro alle parole di Rocco. Che merita (ancora) fiducia

Commisso si è scottato con le difficoltà della prima stagione e gli stop a stadio e centro sportivo. Ma basta poco per rilanciare le sue ambizioni

Simone Bargellini

"Il problema del calcio italiano è che c'è una sola squadra che vince sempre. Io vorrei competere per offrire un'alternativa". Sono passati quattordici mesi da questa frase di Commisso, pronunciata nella sua prima conferenza stampa da nuovo proprietario della Fiorentina. Ma alla luce delle dichiarazioni di ieri sembra passata un'era. Dai sogni scudetto o almeno di altissima classifica ("non abbiamo niente di meno di piazze come Napoli, Roma, Lazio" disse anche Rocco) si è passati a parlare di obiettivo nono posto e definire il campionato appena concluso come "un successone". Una doccia fredda per i tifosi viola, anche se forse è presto per riporre nel cassetto qualsiasi sogno di gloria.

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Che Commisso voglia andarci più cauto dopo questa stagione sofferta più del previsto? Forse. Che si sia raffreddato di fronte ai tanti stop arrivati ai suoi progetti infrastrutturali? Questo è certo. Da come abbiamo potuto conoscere il presidente della Fiorentina, si capisce bene che la sua passionalità è soggetta anche a grandi sbalzi d'umore. Ma allo stesso tempo basta poco per riaccendere il suo entusiasmo, qualche vittoria della squadra e, magari, il via libera definitivo per i lavori del centro sportivo dopo l'estate (o almeno speriamo). Di certo sul piano dell'impegno e dei soldi spesi, ad oggi non si può rimproverare nulla a Commisso, che merita ancora fiducia. Difficile credere che un miliardario americano dedichi il "95-97% del suo tempo" alla Fiorentina, per vederla fare la comparsa. Anzi, impossibile.

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