E' lui il portiere perfetto per Palladino?
—L'addio di Italiano apre tanti punti interrogativi sul suo conto. Oltre all'affidabilità tra i pali, Italiano vedeva in lui un'abilità e tranquillità coi piedi non indifferente; non a caso il gioco della Fiorentina, negli ultimi tre anni, si è sempre tanto basato proprio sul gioco palla a terra dell'estremo difensore viola. Il gioco di Palladino, però, potrebbe richiedere altro. Nella sua breve, ma comunque intensa esperienza in A, abbiamo sempre assistito ad un gioco verticale e catalizzante. In porta, sin dal primo momento, ha subito preferito Di Gregorio a Cragno (nonostante la maggiore esperienza in A del secondo), puntando, dunque, più sull'abilità tra i pali che, piuttosto, sul gioco palla a terra (ricordiamo il gol di Beltran a Monza).
Un'era in procinto di finire? Forse, ma, ad oggi, intervenire tra i pali è forse una delle ultime necessità per la società. Priorità a centrocampo e attacco, dove, a tutti gli effetti, c'è bisogno di riporre nuove basi. In porta, le basi, indipendentemente dell'arrivo di un portiere o l'altro, ci sono sempre state ed hanno sempre avuto un nome e un cognome: Pietro Terracciano.
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