Premessa: quando si giudica il percorso di una squadra di settore giovanile, i risultati contano fino a un certo punto. Certo, se sei protagonista significa che la qualità c'è, ma non sempre chi brilla tra i giovani riesce a fare altrettanto nel calcio dei grandi. Questo discorso vale in generale e anche per la Fiorentina Primavera, che sta vivendo una stagione da centro gruppo, a mantenere le giuste distanze di vantaggio sulla zona playout e a provare a riprendere chi sta davanti. Ed è a caccia della terza finale consecutiva di Coppa Italia.
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Fiorentina Primavera in fiore: il nuovo corso di Aquilani e i profili in evidenza
Il punto sui giovani viola quando entriamo nella fase cruciale della stagione
Quando siamo già nella seconda parte di stagione, però, è possibile iniziare a tirare un po' di somme sul corso tecnico di Alberto Aquilani. Personalmente ero davvero poco convinto della sua scelta come allenatore della Primavera, sia per una inesperienza di base data dall'essere solo al secondo anno da allenatore, sia per i risultati tutt'altro che esaltanti ottenuti nella scorsa -complicata e dimezzata- stagione alla guida dell'Under 18. Devo cospargermi il capo di cenere, perché la Primavera viola ha una sua idea di gioco e cerca di portarla avanti indipendentemente dall'avversario e dagli uomini che scendono in campo.
Qualcuno si è dovuto adattare con risultati soddisfacenti, altri sono ancora in evoluzione, altri ancora hanno trovato la dimensione ideale in un 3-5-2 dinamico e piacevole da vedere. Certo, qualche errore di troppo in fase difensiva va sicuramente limitato, così come la propensione al cartellino (troppo spesso rosso), ma il gioco proposto merita di vedere settimanalmente questi ragazzi, al di là dei risultati ottenuti. Ed è soprattutto la scelta degli esterni che convince: non terzini come vediamo in prima squadra, ma un esterno completo e un ala capace di coprire l'intero out ma soprattutto creare superiorità numerica in attacco. Per intenderci, un Biraghi e un Callejon.
Visto che quando si parla di settore giovanile c'è anche l'attesa spasmodica da chi parte chi legge o ascolta per sapere se c'è qualche ragazzo pronto al salto, chiariamo subito: potrebbe esserci qualche profilo, ma molto dipenderà da chi sarà il prossimo allenatore dei grandi. Ad ogni modo, chi sta convincendo di più fin qui? Tre nomi su tutti: Alessandro Bianco, Mattia Fiorini e Samuele Spalluto. Il centrocampista classe 2002, di mestiere mezzala, è l'unico dei tre ad aver assaporato la prima squadra in gare ufficiali e uno dei profili già seguiti da squadre di Serie B nella prossima stagione. Il capitano, classe 2001, ha saputo arretrare di una decina di metri la propria posizione diventando un affidabile libero con compiti di impostazione. E veniamo al coetaneo centravanti, meno mediatico rispetto a Munteanu (che sta facendo bene, 7 reti e 3 assist), ma fondamentale nell'economia di gioco per lavoro sporco (6 assist) e concretezza in zona gol (10 centri in 15 presenze).
Meritano assolutamente una citazione Niccolò Pierozzi, fuoriquota in tutti i sensi quando è in giornata, Fabio Ponsi, altro over affidabile per rendimento, e Vittorio Alberto Agostinelli, che ha dalla sua un bagaglio tecnico sopraffino ma forse a volte pecca in continuità di rendimento (normale quando si è in fase di crescita, nda). Tra le sorprese, infine, ci sono Giovanni Corradini e Gian Marco Neri, che hanno saputo sfruttare a loro vantaggio le lunghe assenze di Krastev e Agostinelli per ritagliarsi uno spazio via via sempre più centrale nelle dinamiche tattiche: mediano il primo, interno il secondo, sono i polmoni che servono per dare equilibrio alla mediana.
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