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Mistero sull’indisponibilità di Ilicic. I soldati, i morti, la Bergamo ferita

Photo by Filippo Alfero - Juventus FC/Juventus FC via Getty Images

L'ex viola, oggi all'Atalanta, ha smesso di giocare. La pandemia ha riaperto ferite nel suo cuore, dai morti di Bergamo alla guerra nei Balcani

Redazione VN

"Sull'edizione online de Il Corriere della Sera si cerca di fare chiarezza sul giallo che sta vedendo protagonista l'ex viola Josip Ilicic. L'ultima comparsa in campo del fantasista sloveno è data 11 luglio, giorno in cui l'Atalanta ha affrontato la Juventus: un Ilicic spento, depotenziato, poi basta. Un recupero che slitta a non si sa quando, forse nemmeno all’inizio della prossima stagione. Cosa è successo? Il giocatore, dopo il permesso concesso dall'Atalanta (prossimamente impegnata in Champions League), attualmente si trova in Slovenia assieme alla famiglia. Per lui si parla di "problemi personali", ma la presunta crisi con la compagna di vita è una bufala.

"Attorno a Ilicic si è alzata una barriera di silenzio che sa di protezione. E di rispetto per un ragazzo che non si sa cosa abbia, ma che di sicuro sta soffrendo. Un ragazzo molto sensibile, solitario, con il culto della privacy. A Zingonia lo chiamano «la nonna», perché ascolta ogni malanno. «Ogni tanto lo chiamo per sapere come sta, ma adesso non mi ha risposto — racconta Antonio Sivec, che quando era a Palermo, gli faceva da interprete —. Cosa sta succedendo? Per me si è spaventato con la pandemia. Ma non per sé, per le sue bambine. Lui con loro vuole essere il padre che non ha mai avuto. Tutti quei morti gli avranno ricordato la guerra... sarà sconvolto, altra spiegazione non esiste; questa è paura, paura che ti blocca le gambe».

"Certezze non ce ne sono. Nemmeno sul passato. Ilicic è nato nel 1988 a Prijedor, in Bosnia e Erzegovina, poi luogo di un terribile eccidio; suo padre è morto quando lui aveva sette mesi, pare per malattia, anche se in Slovenia girano altre ricostruzioni. «Non so cosa voglia dire la parola “papà”, sono stati i compagni di scuola a spiegarmi cos’è», ha raccontato una volta. E chissà che non sia rimasto un buco nero dentro il quale ogni tanto il ragazzo si perde.