Vincenzo Guerini, ex giocatore e dirigente della Fiorentina, é intervenuto ai microfoni di Radio Bruno, nel corso di "A pranzo con il Pentasport":
ex viola
Guerini: “Italiano meglio di Montella, Viola Park vale un fuoriclasse”
Guerini, ex giocatore e dirigente della Fiorentina, ha paragonato la prima Fiorentina di Montella con quella di Vincenzo Italiano
Parallelo con Montella? Si, effettivamente é così. Arrivai nell'anno di Mihajlovic. Quell'estate (2012 ndr) ci fu un mezzo miracolo: in due mesi la società mise su una squadra che si tolse tante soddisfazioni. Li vedevo tutti i giorni ed era davvero uno spettacolo. Quello che é stato fatto é ancora più importante perché noi avevamo giocatori di esperienza come Aquilani e Pizarro. Italiano, invece, ha una squadra di tanti giocatori alla prima stagione in Serie A, tanti giovani e molti rivalutati, non sembrano gli stessi dell'anno scorso. Va via Vlahovic e non cambia niente. Di solito sbaglio sempre le previsioni, ma stavolta ci ho preso in pieno.
Napoli? Dopo il pareggio ho pensato che saremmo andati a vincerla, la guardavo con mia moglie e le ho detto che avremmo vinto. La squadra ha continuato a giovare, é ripartita allo stesso modo. La società ha ritrovato gli equilibri: ognuno fa quello che deve fare e si vede l'indirizzo che l'allenatore dà. A capo di tutto c'é qualcuno, Commisso, che sta spendendo e tanto. Il Viola Park vale l'acquisto di un fuoriclasse, sarà un ritorno economico e consentirà di tirare su giocatori in casa.
Società non simpatica? Non mi importa, é uno spettacolo quello che sono riusciti a fare. Adesso mi auguro che non si lascino scappare Italiano, perché la prossima stagione può essere ancora migliore. La Fiorentina può puntare a qualcosa in più. Juventus? A Torino se la può giocare alla grande, se la giocherà sicuramente. Non andranno là a soffrire la Juve. Il calcio oggi non é più di quello di un tempo, adesso non bastano più solo 11 giocatori forti. In Serie A una squadra deve avere in rosa minimo 18 titolari adesso, il merito di Italiano é far sentire tutti importanti e questo si vede in campo, con Kokorin, Amrabat...
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