In vista della partita di domani alle 18 al “Franchi”, Violanews ha contattato Mario Faccenda, doppio ex di Fiorentina e Genoa.
ex viola
Faccenda a VN: “Lirola, serviva solo tempo. Ecco chi è Iachini”. Su Duncan e il Genoa…
Il doppio ex di Fiorentina e Genoa, attuale osservatore del Sassuolo, parla di Iachini e della partita di domani
Mario Faccenda, quanto le manca non sentire più quel coro che la chiamava ‘leggenda’?
“Tanto. Sono passati più di trent’anni. Ogni tanto vedo delle partite vecchie e mi manca. Quando sei dentro al campo è una cosa, ora da esterno tutta un’altra. Certo, avevo qualche anno in meno. Un po’ di nostalgia c’è ancora. Per fortuna, rispetto ad alcuni miei vecchi compagni, sono ancora nel mondo del calcio così tutto questo mi manca un po’ meno”.
Tra i vecchi compagni, c’è pure Beppe Iachini. Se lo sarebbe aspettato all’epoca allenatore della Fiorentina?
“Questa è la sua grande occasione, Firenze gli può dare quel qualcosa in più che finora non ha avuto. Abbiamo fatto insieme il corso di seconda categoria e già allora aveva delle idee interessanti. Con Beppe siamo stati compagni di squadra per cinque anni. Ricordo bene quando poi passò al Palermo, facendo la scelta giusta”.
Nelle ultime due stagioni, l’Empoli e prima ancora il Sassuolo guidati da Iachini hanno avuto degli ottimi inizi per poi avere dei bruschi cali. C’è una spiegazione a suo avviso?
“A Sassuolo era partito bene, poi la squadra ha avuto un calo ma alla fine si è ripresa. Allo stesso modo a Empoli un inizio fortissimo seguito da una piccola discesa gli è costato la panchina ma poi sono finiti in Serie B. Viceversa al Sassuolo gli è stata data fiducia e si è salvato con due giornate di anticipo”.
Come le sembra la Fiorentina di Iachini?
“L’ho vista in difficoltà con la Spal ma poi ha fatto benissimo con l’Atalanta in Coppa Italia e con il Napoli. Lui ha dato più tranquillità alla squadra. Non vedo gli allenamenti ma so che in settimana lavora di più sul campo così la squadra fisicamente sta meglio ed escono fuori quelle qualità che comunque hai”.
Un giudizio sugli attuali difensori viola?
“Nel complesso buono con un mix tra più esperti come Pezzella e Caceres e giovani come Milenkovic che ancora ha bisogno di stare accanto a un compagno con più esperienza; anche Ceccherini ha fatto bene”.
Tempo di mercato. La Fiorentina segue con attenzione Duncan del Sassuolo, società per la quale lei lavora come osservatore da tre stagioni. Che giocatore è?
“Iachini lo conosce bene. Se viene a Firenze, Duncan è un ottimo acquisto perché è un giocatore importante che sta facendo cose molto buone abbinando la lotta e la grinta a una buona tecnica individuale”.
Altri due giocatori provenienti dal Sassuolo che stanno facendo discutere sono Lirola e Boateng.
“Prima sentivo i tifosi viola poco contenti di Lirola però bisogna dargli il tempo di ambientarsi. A Sassuolo non c’è il pubblico di Firenze, non esiste la pressione dello stadio pieno. Forse non era più abituato a giocare davanti a tanti spettatori. Non ha iniziato bene la stagione, ha avvertito qualche contestazione nei suoi confronti e ne ha risentito. Invece è un giocatore che sa coprire tutta la fascia e contro l’Atalanta ha fatto un grandissimo gol. Spero che anche lui entri in sintonia coi tifosi. Quanto a Boateng a Sassuolo aveva fatto benissimo poi è addirittura andato al Barcellona dove è vero che ha giocato poco ma rimane un calciatore con delle qualità”.
Domani la Fiorentina ospita al “Franchi” il Genoa. Da doppio ex come vivrà la partita?
“Sono stato cinque stagioni in entrambe le squadre. Al Genoa ho vissuto i primi anni da professionista e sono legato al ricordo di un gol che valse la salvezza in Serie A. La Fiorentina è stata ancora più importante. La prima stagione, in particolare, per le partite casalinghe di Coppa Uefa andavamo a giocare a Perugia ma nonostante questo si era creato un affiatamento speciale coi tifosi che andavamo spesso a trovare nei club. Facevamo gli allenamenti a porte aperte, adesso sono cambiati i tempi. Andavamo male in campionato ma benissimo in Coppa Uefa tanto da arrivare alla Finale che fu disputata, il ritorno, ad Avellino, covo di tanti juventini. Chissà perché, potevamo anche giocarcela”.
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