Intervistato da TMW Radio, l'ex tecnico viola Alberto Cavasin ricorda i mesi passati tra C2 e Serie B sulla panchina della prima Fiorentina dellavalliana: "Era un progetto ambizioso, una città splendida e anche un ambiente importante che fino a pochi mesi prima aveva visto dei campioni. Io ho vissuto quel piccolo ponte tra il prestigio vecchio e quello nuovo. Si viveva nel top, quando un allenatore arrivava lì doveva mettersi il doppiopetto. Il riassunto della stagione? Due. Le grandi difficoltà interne, per esempio ricordo la prima partita in casa che non si trovavano le maglie, che erano ancora in magazzino. Io mi spogliavo dove c'erano gli scatoloni: era l'improvvisazione del tutto, ai minimi termini. Però vivevamo a Firenze ed avevamo 22.000 abbonati. Per qualche mese la proprietà aveva messo a disposizione di tutto e di più, ma si partiva dal basso. L'altra cosa meravigliosa che ho vissuto è quando uscivi era tutto un incontrare famiglie, signore anziane che ti chiedevano le cose e che poi ritrovavamo anche nelle trasferte a due passi. Si voleva bene a quella squadra che stava risalendo".
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