Per certi versi può ricordare Vincenzo Montella. Giovane, sfrontato e con idee forti. E ambizioso, molto. Roberto De Zerbi viene accostato con insistenza alla Fiorentina (Sportitalia parla di accordo biennale). Dalla società viola glissano, naturale nel momento in cui c'è ancora la salvezza da conquistare. Ma non c'è dubbio che il secondo tempo della partita contro il suo Sassuolo abbia impressionato. Per conoscere meglio l'uomo e l'allenatore De Zerbi, Violanews.com ha contatto in esclusiva Giuseppe Di Bari. E' stato lui il primo a credere in lui e a portarlo nel mondo dei professionisti in qualità di allenatore.
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VN – “Scelsi De Zerbi anche senza il patentino, vi racconto. Ora vada a Firenze”
Di Bari racconta De Zerbi: è stato lui ad affidargli la panchina del Foggia, la prima fra i professionisti
Direttore, come nacque la scelta di puntare su De Zerbi?
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"L’allenatore che avevo prima di lui era Padalino, tra l'altro un ex viola. Andò via, dovetti scegliere una nuova figura. Con Roberto ho giocato al Foggia, ma fino a quel momento lui aveva guidato solo il Darfo Boario negli Interregionali per sette mesi. Non aveva nemmeno il patentino".
Come andò?
"Fra i profili che valutai, fu il mio preferito. Scelsi di puntare su di lui e formalmente lo presi come allenatore in seconda. Come titolare della panchina risultava Giuseppe Brescia, oggi collaboratore di Stroppa".
Come la convinse a sceglierlo?
"Con le sue idee, mi intrigò parlando di calcio offensivo. Nella mia carriera ho avuto allenatori come Zeman e Pasquale Marino, quindi lui fece subito breccia. La società era scettica, del resto Foggia è una grande piazza e lui era un esordiente. Puntai sul suo desiderio di rivalsa verso la piazza e sul fatto che aveva un nome da giocatore importante. E poi sulla mia credibilità visto che avevo riportato il club fra i professionisti. Si è rivelata una scelta vincente".
Ama il calcio offensivo, ma caratterialmente com'è?
"Intanto è innamorato del calcio, molto. E' la sua passione. Roberto ha un carattere forte, a volte va tenuto un po' a bada. Ha energia, è il suo punto di forza perché lo porta anche a confrontarsi in maniera dura in nome di un'idea".
Non è uno "yes man insomma"...
"(ride ndr) Sta scherzando? Tutt'altro. Io ho condiviso con lui le mie scelte di mercato, anche perché il suo tipo di calcio ha bisogno di giocatori specifici".
E' stupito di vederlo in Serie A?
"Macchè! Già durante il primo anno in cui lavoravamo insieme gli pronosticai un futuro di questo tipo. Si vedeva che ce l'avrebbe fatta. Ha le qualità per scalare ogni montagna che trova davanti".
Anche Firenze? Qui i risultati non sono buoni da anni, si avverte un po' di stanchezza...
"Firenze è tosta ed esigente, ma secondo me la piazza giusta per lui. Sarebbe un bel passaggio per la sua carriera. Però attenzione, il lavoro con lui va programmato su più anni. Non può essere una cosa breve. La proprietà della Fiorentina è nuova, lui ha idee forti e convincenti dunque potrebbe anche aiutare la proprietà ad andare nella giusta direzione di crescita".
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