“Così come si provocano o si esagerano i dolori dando loro importanza, nello stesso modo questi scompaiono quando se ne distoglie l'attenzione...". Visto che da un po' di giorni, alla Fiorentina viene consigliata una visita da qualche psicoanalista, perché non iniziare quest'analisi con una delle più famose frasi di Sigmund Freud. La sconfitta contro il Bologna ha aperto ufficialmente il periodo di crisi in casa Fiorentina, accompagnato da un clima di pessimismo e disfattismo non indifferente. Tutto dipende dall'attenzione. Essa concede importanza alle cose e se ad inizio Agosto, il focus era sul mercato, i grandi nomi e il ritorno in Europa, con il passare del tempo e delle partite, l'attacco deludente, l'assenza di vittoria e le scelte discutibili hanno attirato tutta l'attenzione del mondo che gira intorno alla squadra di Italiano. Andiamo, quindi, ad analizzare alcuni dei punti cruciali di questa crisi viola, per cercare di "psicoanalizzare" la situazione.
Tutta colpa di Freud
“Venga Fiorentina, mi parli di lei…”: l’attacco a due, la crisi e lo psicologo
Venga Vincenzo, si stenda qui…
La figura dello psicologo è stata accostata alla Fiorentina molte volte dopo le ultime uscite. Il pareggio contro il modesto Riga e la sconfitta di Bologna, sono i due elementi da cui il mister viola deve ripartire per salvare la sua squadra. Dopotutto, non è un'operazione facile, anzi. In un anno e mezzo, o quasi, di Fiorentina, Italiano ci ha dimostrato di essere davvero legato alle sue idee di gioco. Di vedere il calcio in solo modo e quello deve essere il mantra di tutti i suoi ragazzi. Non ci sono altre vie, altre possibilità. Grinta, possesso e 4-3-3 è la via per il successo e per la felicità. Ma cosa può succedere quando le tue certezze, mai messe in discussione, iniziano a scricchiolare? Come se un giorno ci dicessero che il cielo non è blu, ma che è sempre stato verde. Insomma, l'impatto non sarebbe semplice da affrontare. Allora ben venga qualcuno che dia una mano, qualcuno che trovi una soluzione fortificando le certezze messe in discussione. E quel qualcuno, nel caso della Fiorentina, si chiama proprio Vincenzo Italiano. Soltanto lui può essere lo psicologo di se stesso e trovare, nei suoi ideali, la via giusta per riportare questa squadra alla vittoria.
La paura del cambiamento
Cambiare non piace a nessuno. Partire per un lungo viaggio, lontano dalle proprie cose, dalle proprie certezze e qualcosa che spaventerebbe chiunque. Il 4-3-3 per Vincenzo Italiano è quello che per tutti noi è "Casa", intesa come rifugio, certezza e protezione. Qualcosa da cui non facile allontanarsi. Ed è per questo che la tanto risentita frase: "...e ma dovrebbe giocare con due punte…" cela un lato davvero complicato dietro la sua apparente semplicità. Questa Fiorentina è stata costruita ad immagine e somiglianza (o quasi) dell'allenatore. Gli uomini sono stati scelti con attenzione chirurgica anche dal punto di vista numerico: 8 centrocampisti per 3 posti, 5 esterni per 2 posti e 2 punte per un posto. Poi, possiamo discutere della qualità di quest'ultimi, ma le scelte hanno seguito una logica espressa anche e soprattutto dall'allenatore. Proprio dietro questa logica si nasconde il grande freno al cambiamento. Italiano ha più volte sottolineato come, visto i numerosi impegni della Fiorentina, il riposo e la forma fisica sia un aspetto fondamentale. Schierare Jovic e Cabral contemporaneamente può sì, essere una soluzione, ma non può essere "LA" soluzione. Atleticamente ne il serbo e ne il brasiliano brillano e un loro ingresso insieme potrebbe compromettere anche i piani delle prossime gare, visto che di punte di ruolo la Fiorentina ne ha solo due. Contro il Bologna,Italiano ha optato per questa scelta nel finale, ma è il copione non è cambiato. Si torna quindi al discorso dell'attenzione. Adesso, l'attacco a due viene visto come la soluzione a tutti i mali, ma quando il 4-3-3 tornerà a girare, e lo farà, diventerà solo una delle tante cose abbandonate nel dimenticatoio dell'attenzione.
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