Viola News
I migliori video scelti dal nostro canale

esclusive

Uno spettro si aggira per l’Europa Conference League

Uno spettro si aggira per l’Europa Conference League - immagine 1
Cose di sinistra per evitare esiti sinistri della stagione e tiri mancini a Istanbul

Federico Targetti

Una premessa doverosissima: il fatto che vi proponiamo alcuni concetti di sinistra NON ha assolutamente a che fare con il voto che saremo chiamati ad esprimere tra undici giorni. Quello, col calcio, non ha niente a che vedere, rientra nella sfera dei diritti e dei doveri, mentre noi ci concentriamo su quel che a volte ci fa soffrire, ma solo perché, come ha detto una volta Arrigo Sacchi, è la cosa più importante delle cose meno importanti.

No, l'associazione di idee è molto più semplice: la Fiorentina ha un numero insolitamente elevato di giocatori di piede sinistro in rosa: 10. Non un record - lo Spezia ne ha 11 - ma quasi, se consideriamo anche l'ambidestro (più ambimaldestro, in questo inizio di stagione) Jovic. C'è di più: degli 8 gol confezionati fino ad ora tra campionato e coppa, 5 sono arrivati dalla fascia sinistra:

5)Quarta su palla bassa di Saponara a Bologna

4)Barak su cross di Biraghi contro il Riga

3)Cabral su passaggio di Sottil contro il Twente

2)Gonzalez su cross di Biraghi contro il Twente

1)Jovic su assist di Sottil contro la Cremonese

Uno poi è arrivato in contropiede, contro la Juventus: Kouamé su assist di Sottil, che non era sulla fascia ma rimane l'esterno sinistro della Fiorentina; uno è un cross del mancino Mandragora finito in porta assieme al povero Radu, mentre l'unico gol che non c'entra nulla con la sinistra è il primo stagionale, quello di Bonaventura su assist di Kouamé contro la Cremonese.

Il lato sinistro della Fiorentina è di gran lunga quello più pericoloso, lo dicono i numeri. E adesso che oltre a Gonzalez manca pure Dodò (il rischio di rivederlo al top nel 2023, complice il Mondiale invernale, è alto), il dislivello fra le due fasce è vertiginoso. E poi c'è l'apporto di Biraghi.

Vexata quaestio

Quella su Biraghi è una battaglia persa, noi vogliamo solo citare un dato della Lega Serie A: il capitano viola è in testa alla classifica dei passaggi chiave con 20 in 6 partite. Cosa sono i passaggi chiave? Sono quei passaggi che mettono un compagno in condizione di concludere a rete. Sta poi al ricevente mettere la palla in porta e trasformare così il passaggio chiave in assist. Ebbene, alla voce "assist" Biraghi è ancora a zero, pur avendo fornito ai compagni 20 volte nell'arco di 6 incontri l'occasione di fare gol. Per intenderci, giocatori come Dybala e Zielinski sono fermi a 17.

Ma in Conference League Biraghi ha messo l'assist per due dei tre gol realizzati finora dalla Fiorentina: l'aria europea evidentemente fa bene a questa soluzione, anche se i gol sbagliati rimangono troppi.

Il manifesto del partito Fiorentina

Lo spettro che si aggira per la piccola Europa, tra Istanbul, Edinburgo e Riga, è la Fiorentina che non è più concreta, corporea: che non riesce a materializzare le giocate che arrivano in gran parte appunto dalla sinistra. Lo spettro è un fantasma, un ectoplasma: termine che ben si addice al rendimento di Cabral e Jovic tra pecche loro e pecche di manovra. Oppure in senso figurato è qualcosa che tormenta dal passato: fin troppo facile evocare gli spettri di Torreira e Vlahovic.

Lo spettro è però in ottica anche l'insieme dei colori dell'iride che scaturiscono da un prisma colpito da luce bianca. Terra-terra: la copertina di The dark side of the moon.

Uno spettro si aggira per l’Europa Conference League- immagine 2

Chissà se Italiano fa ascoltare un po' di Pink Floyd in spogliatoio. Quel che è certo, tuttavia, è che lo spettro prismatico della Fiorentina 2021-22 non può essere andato del tutto perduto: semmai può avere bisogno di qualche correttivo, ma qui ci dobbiamo fermare, perché non sta a noi suggerire a un allenatore come schierare la sua squadra, per quanto sagaci possano sembrarci certe alternative.

Ci limitiamo, dato che viviamo un momento estremamente delicato anche a livello di piazza, a riproporre l'inno alla democrazia che animò il Cile dopo l'avvento della dittatura Pinochet: El pueblo unido jamás será vencido, ovvero "il popolo (viola, s'intende) unito non sarà mai vinto". Dopo tutto, aver fatto tanta fatica per poi scoprire di aver aperto le ali sull'Europa senza essere capaci di volare, come i gabbiani ipotetici di Gaber, lascerebbe un forte senso di irrisolto.

Già, Gaber. Che se fosse tifoso della Fiorentina, rivolgerebbe al numero uno viola Commisso questi versi:

"Mi scusi Presidente / Dovete convenire / Che i limiti che abbiamo / Ce li dobbiamo dire

Ma a parte il disfattismo / Noi siamo quel che siamo / E abbiamo anche un passato /Che non dimentichiamo".

Ora, Che Guevara diceva: "Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso". E lo sa Italiano quanto c'è da lottare contro infortuni, critiche (quelle giuste, quelle gratuite), calendario. Ma sempre il Che sosteneva "se vale la pena rischiare, io mi gioco anche l'ultimo frammento di cuore". Ne vale la pena? Noi, in questa ideale partita a poker con il Dio del calcio, scegliamo di vedere.

tutte le notizie di