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Un grande allenatore e un nuovo ds: così si rilancia la Fiorentina

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Enzo Bucchioni fa il punto in casa Fiorentina. Le dimissioni di Palladino un'opportunità per crescere, ma servono riflessioni su Pradè
Enzo Bucchioni Editorialista 

Le dimissioni di Palladino devono diventare una straordinaria opportunità di crescita. Ora la Fiorentina può e deve andare a prendere un grande allenatore, uno pronto, uno che abbia già vinto. Un nome carismatico.

Solo così si potrà dare credibilità al progetto ambizioso sbandierato anche martedì scorso e nello stesso tempo rimediare all’errore di un anno fa quando una squadra molto forte è stata messa in mano a un allenatore acerbo che ha fatto poche cose buone e tante meno buone. Palladino, appunto.


Basta esperimenti, basta scommesse o l’ambizione di lanciare talenti della panchina: la Fiorentina ha bisogno di certezze. E il Popolo Viola per la guida tecnica chiede un personaggio capace di mettere tutti d’accordo per la sua storia e il suo valore.

Non c’è altra strada, non vorrei più sentir parlare di De Rossi o Gilardino o altri nomi che piacciono in società da sempre. Altre scommesse.

Mi piacerebbe invece che qualcuno pensasse a Sarri anche se sta trattando con la Lazio, ma non ha ancora deciso, o venisse in mente di fare una telefonata a Pioli che vorrebbe tornare in Italia. Tanto per dirne due. Comunque Baroni, Farioli ex Ajax o Tedesco teniamoli caldi.

Insomma, serve un allenatore di livello alto, l’identikit deve essere questo. Spero solo che Pradè non scelga ancora una volta solo nella cerchia dei procuratori suoi amici, quelli che lo aiutano a fare la squadra e il mercato, o nella cerchia della romanità, ma vada a prendere un allenatore da Fiorentina.

E anche su Pradè una riflessione prima o poi andrà fatta.

Il non aver annusato quello che è successo stamani, le possibili dimissioni dell’allenatore, non aver capito che le fibrillazioni con Palladino non erano finite nell’incontro di lunedì scorso, è una colpa grave.

La conferenza stampa con Rocco Commisso di martedì pomeriggio diventa a questo punto qualcosa di surreale, un clamoroso autogol mediatico che ha messo alla berlina anche e soprattutto il presidente arrivato a dire che “Palladino per me è un figlio”.

Una figura che sinceramente Rocco non avrebbe meritato e i suoi manager non gliela hanno evitata.

Qualcuno gli ha nascosto qualcosa?

Qualcuno ha sottovalutato gli eventi in itinere?

O più banalmente c’è stata superficialità nell’indire la conferenza stampa?

Tutto intollerabile e inaccettabile per una società come la Fiorentina.

Fossi Rocco coglierei al balzo questa vicenda per cambiare tutta la guida tecnica.

Infatti, ora che il problema Palladino s’è risolto da solo, andrebbe analizzata anche la posizione di Pradè che dopo quattro finali perse (una con Della Valle), le stesse frasi di speranza nel fare meglio dette da sei anni, le squadre mai costruite davvero così bene fino in fondo, non è più visto dai tifosi come un dirigente positivo e credibile.

Tutti fanno fatica a ipotizzare un progetto di crescita con Pradè al timone. Fra l’altro questa vicenda fa il paio con l’altra, altrettanto sconcertante, delle mai chiarite dimissioni di Gattuso di quattro anni fa.

Valutazioni su Pradè che, ovviamente, deve fare Rocco, ma visto che la situazione è esplosiva, forse conviene farla esplodere del tutto per ripartire con gente nuova alla guida tecnica e un progetto diverso.

Le dimissioni di Palladino, ovviamente, hanno sorpreso. In gergo giornalistico trattasi di “bomba” e non si possono non fare i complimenti a Gianluca Di Marzio per averla rivelata. Ma che il fuoco sotto la cenere ci fosse, chi mi segue lo sa e lo ricorda benissimo.

Non più tardi di una settimana fa ho scritto proprio qui delle pesanti riflessioni in atto in società, di una panchina non così salda e le soffiate mi sono arrivate da gente che bazzica il Viola Park. Poi l’inaspettata conquista della Conference ha fatto diventare una stagione fallimentare (fuori da tutto) un sei stiracchiato in pagella. Si pensava che con l’Europa fosse finito tutto e invece Palladino ha pensato bene di “togliere il disturbo”.

Perchè?

In attesa di capire esattamente, appena le bocce saranno ferme, una risposta può arrivare dalla grande ambizione dell’allenatore già emersa a Monza. Pare che Gasperini nel lasciare l’Atalanta abbia indicato in Palladino l’ideale continuatore del suo lavoro (auguri!), ma si sono anche altre società che lo avrebbero contattato.

Atalanta o no, se così fosse davvero, un tradimento del genere da parte di Palladino sarebbe inaccettabile. Andrebbe tenuto sotto contratto senza dargli il nulla osta alla rescissione. Una reazione modello-Lotito.

Palladino con queste dimissioni ha fatto fare una figura bestiale a Rocco, nessun rispetto per un signore anziano che l’ha definito “un figlio”. Inaccettabile. Almeno l’avesse avvertito prima…

Palladino lascia la Fiorentina, una grande piazza, una grande società, senza la minima riconoscenza e rispetto per l’opportunità che gli è stata data, Commisso gli ha pagato un Erasmus da 1,8 milioni. E il sette maggio gli aveva addirittura allungato il contratto fino al 2027. Eticamente inaccettbile. Uno schiaffo che Rocco non merita, spero che il presidente viola capisca una volta per tutte come funziona il calcio. Nessuna famiglia, nessun figlio o fratello, ma solo squali che pensano ai soldi e alla carriera. Salvo rare eccezioni.

Credo meno alla seconda ipotesi, che Palladino si sia dimesso perchè non avrebbe più voluto lavorare con Pradè dopo una stagione di confronti anche aspri. La riconfema del Direttore tecnico fatta da Commisso in diretta tv, potrebbe aver indotto Palladino ad andar via.

Oppure qualcuno dice che forse Palladino ha parlato con i giocatori, sa già che Kean, De Gea e Dodò se ne vogliono andare e allora se ne va pure lui.

Vedremo.

Intanto ne aggiungo un’altra, imbarazzante come la conferenza stampa di martedì.

Nel drammatico, lunghissimo pomeriggio di ieri, la Fiorentina non ha fatto comunicazioni ufficiali, ma ha fatto filtrare con decisione e convinzione la possibilità di riuscire a convincere Palladino a restare.

I dirigenti viola ci hanno provato davvero con tutte le loro forze.

Ma come si fa? 

Convincere o costringere un allenatore, l’uomo decisivo e centrale del progetto, a rimanere in un posto dove non vuole stare, dove non si sente a suo agio, dove non regge le pressioni, sarebbe come rovinare una stagione ancora prima di cominciarla.

Caso mai, come ho detto, se Rocco vuole togliersi una soddisfazione, lo tenga sotto contratto per impedirgli di andare su un’altra panchina, se non ci sono clausole favorevoli al tecnico, e prenda comunque un altro allenatore.

Non c’è strada diversa, i cocci rotti non si mettono mai a posto. Soprattutto nel calcio.

E poi, diciamolo senza tema di smentita, l’addio di Palladino fa felice gran parte della tifoseria che non si identificava nel gioco da lui proposto e nella sua Fiorentina senza identità. Non l’hanno mai trovato un personaggio capace di scaldare i cuori. Poco in linea con Firenze.

Troppe cravatte, poche emozioni.