Riparto dall’abbraccio collettivo dopo il primo, ma soprattutto dopo il secondo dei gol segnati allo Spezia. Riparto da Jovic e da Cabral, da tutti abbracciati con tutti, ma soprattutto con Italiano, quasi come se fosse una liberazione dalle paure, dalle ansie e da un periodo tremendamente difficile. Riparto da qui anche per dimostrare ancora una volta l’esistenza degli “avvelenatori di pozzi”, quelli che in queste settimane difficili non facevano altro che raccontare di uno spogliatoio spaccato, di molti giocatori contro Italiano, della rivalità insanabile fra i due attaccanti, della parole di Bonaventura come la denuncia finale del Grande Malessere. La reazione della Spezia è la prova provata che quando vi scrivo certe cose contro certi critici che da anni imperversano, racconto situazioni che possono sembrare anche dure, in realtà sono quello che sta succedendo dietro le quinte per creare un clima tossico.
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Un abbraccio per ripartire. Il problema centrocampo e il mercato di Nico
Dove sono finiti gli pseudo opinionisti di ogni razza che parlavano di conflitti insanabili e una Fiorentina sull’orlo di una crisi di nervi? Smentiti clamorosamente in diretta da tutto il Gruppo Viola con abbracci apparsi sentiti e sinceri. Questo per sottolineare ancora una volta come ci sia qualcuno attorno all’ambiente viola che si spaccia per tifoso o roba del genere, ma che invece non vede l’ora che tutto vada male, che mette mine sul cammino di questa squadra e di Rocco Commisso sperando che il presidente viola molli tutto e se ne torni negli Usa.
Detto questo, la vittoria sulle Spezia non cancella assolutamente i problemi, ma può aiutare a superarli. Questione di autostima, di momenti-no da buttarsi dietro le spalle, di occasioni da cogliere per ripartire. Sono settimane che andiamo dietro a un segnale, a una scintilla, a un qualcosa che possa contribuire a invertire la rotta e tre punti disperati come questi, strappati con il carattere più che con il gioco, non completamente meritati, ma fortemente voluti, possono aiutare a cancellare molti problemi, tanta sfiga, partite perse per episodi, sconfitte figlie di nessuno.
E’ davvero la ripartenza?
—Non lo sappiamo, servono verifiche, ma la dimostrazione caratteriale regalata dalla Fiorentina è qualcosa di forte e inaspettato. Da qui si può ripartire per altre partite abbordabili e quindi da vincere (Sampdoria e Salernitana) per sistemare la classifica, ma soprattutto il clima dentro la squadra che ha voglia di tornare a sorridere. Rispetto alla stagione scorsa la Viola ha cinque punti in meno, sicuramente tanti, ma recuperabili se alla prestazione muscolare e caratteriale fatta a La Spezia la Fiorentina aggiungerà qualità, compattezza e anche il gioco che non guasta mai. In questo momento però l’importante è vincere, sul come ci interessa poco. Serviva fare ciccia e questa squadra ciccia ha fatto.
E anche se ci sono ancora quelli che continuano a parlare di 4-3-3 o di 4-2-3-1, numeri da giocare al lotto, come se i moduli di gioco fossero la chiave di tutto, ha fatto bene Italiano a spiegare che è il carattere che fa la differenza, la voglia di raggiungere gli obiettivi, di superare le difficoltà mettendo tutti qualcosa in più.
Vogliamo dire che era ora?
—Certamente che sì. La prestazione di La Spezia credo sia figlia di un dibattito e di un lavoro che va avanti da oltre un mese nello spogliatoio della Fiorentina e in campo durante gli allenamenti. La sperimentazione di soluzioni nuove dal punto di vista del gioco per superare le difficoltà, al non poter allenarsi troppo per il doppio impegno settimanale, era in atto e l’abbiamo raccontata proprio parlando di moduli. Il calcio è fluido e nella fluidità ora si vedono cose diverse, da una maggiore verticalizzazione, agli esterni d’attacco che entrano più dentro il campo per diventare una sorta di trequartisti dietro l’unica punta, al centrocampista di qualità che si avvicina all’attaccante quando gli esterni tornano ad allargarsi. E una difesa che prova a stare più bassa quando è necessario per avere più spazi davanti per ripartire in verticale. Meno possesso e più concretezza.
Il sonno di Italiano
—Insomma è nata una Fiorentina diversa per necessità, una squadra che per superare le difficoltà e in attesa di recuperare giocatori importanti, ha messo un po’ da parte il giochismo per affidarsi a un calcio più facile e meno bello, ma più adatto al momento. Mi dicono che Italiano non stia dormendo la notte per cercare soluzioni che aiutino a far crescere la squadra, ma anche giocatori in evidente difficoltà, soprattutto i nuovi arrivati che hanno portato davvero poco di quello che promettevano come Barak, Mandragora o Dodò, tanto per citarne alcuni. E’ evidente che i problemi ci siano ancora, non saranno questi tre punti a cancellarsi magicamente, ma potranno aiutare a lavorare più serenamente scrollandosi di dosso i pesi che gravavano su questa squadra complessivamente giovane e senza leader nello spogliatoio e in campo.
Il problema è a centrocampo
—A Spezia il migliore in campo è stato Terracciano, segno che i viola hanno subito troppo. Si parla tanto di errori difensivi che ci sono, o di attaccanti che facevano e fanno fatica a fare gol, ma a La Spezia più che in altre partite, è apparso evidente che il problema vero sia il centrocampo. Non voglio riparlare di Torreira, non è l’unico centrocampista al mondo e sul divorzio ci sarebbero tante cose da dire che prima o poi saranno dette, ma è evidente che manchi un palleggiatore o meglio, un giocatore capace di dare i tempi di gioco. Nella costruzione di questa squadra in estate si è pensato che Barak, undici gol e quattro assist a Verona, potesse portare qualità e potesse essere il raccordo fra centrocampisti muscolari (Amrabat) e l’attacco. Per ora non pervenuto. Anche Mandragora l’ho visto giocare molto meglio sia a Udine che Torino. Se questo è il rendimento le difficoltà nel costruire gioco saranno difficilmente risolvibili soprattutto se si continuerà a giocare un calcio più verticale. Per verticalizzare con i tempi e con i modi giusti serve un regista vero, molto di più che non nel calcio più orizzontale, fatto di possesso che la Fiorentina giocava fino a qualche settimana fa.
A La Spezia con le prestazioni insufficienti di Amrabat (era stanco) e di Bonaventura che non sta ripetendo la scorsa stagione, con il solo Mandragora almeno da sei, i padroni di casa hanno fatto la partita proprio in mezzo al campo dove spesso erano in superiorità numerica. La difesa viola non ha trovato protezione, l’attacco è stato aiutato poco anche se giocando con tre punte (Jovic, Kouamé, Ikoné), se almeno due non tornano sempre a centrocampo, le difficoltà aumentano e la ricerca dell’equilibrio sarà complessa. Se ci fosse stato un palleggiatore avrebbe potuto rallentare i ritmi tenendo compatta la squadra per poi lanciare le punte che spesso sono state raggiunte con ritardo. Questo è un problema da risolvere. Non so se Bianco è pronto, proverei a testarlo, può diventare una risorsa. Ricordiamo che Amrabat a Verona ha dato il meglio affiancato da Veloso, centrocampista-regista di grande qualità.
La crescita dell’attacco
—Kouamé a parte che sta facendo un grande campionato, anche le punte, riconosciamolo, stanno almeno crescendo. Riparto da Jovic. Chi non vuol vedere non vede, ma come successo in Conference, anche alla Spezia ha lavorato per la squadra, cosa che fino a qualche settimana fa non faceva, è sembrato più dentro la partita e più cattivo. Chiaro che sia ancora indietro, ma forse aveva ragione Italiano quando a luglio, dopo qualche allenamento, disse che per riattivare il serbo fermo o quasi da tre anni, ci sarebbero voluti sei mesi. Anche Cabral si muove meglio, al di là del gol. Ma pure Ikoné sembra più vivo e presente. Attenzione: i problemi non sono superati. Lo dico a scanso di equivoci. Si va un po’ meglio, ma questo non deve impedire una riflessione che la società dovrà fare per il mercato di gennaio. Compresa la posizione di Nico Gonzalez che non voglio definire un caso, ma che a questo punto sta diventando un punto interrogativo. Il Mondiale chiarirà molte cose e sapete cosa vi dico?
Il mercato di Gonzalez
—Se in Qatar dovesse fare il Nico Gonzalez, quello vero visto raramente a Firenze, e se tornasse ad avere grande mercato un pensierino al recupero dei quasi trenta milioni lo farei molto seriamente. Nico è un tipo problematico. Punto. A patto, ovvio, di reinvestire su un centrocampista come appena detto e su un altro attaccante. Serve anche un difensore centrale. Mettendoci avanti a gennaio ci sarebbe davvero da fare un mercato intelligente perché non immagino Venuti ancora Viola, ma pensiamo anche al futuro di Maleh e a quello di Ranieri e Benassi. I giocatori sono anche troppi, vanno calibrati meglio. Ho visto nello Spezia, ad esempio, il giovane esterno svedese Holm (destro e sinistro) molto interessante. Da prendere. Ma i giocatori ci sono, basta individuarli per tempo. Servono le idee chiare e poco sentimentalismo. Alcuni stanno deludendo e correggere degli errori è sintomo di intelligenza.
Un altro campionato e... fatevi sentire
—Secondo me a gennaio comincerà un altro campionato e la Fiorentina dovrà ripresentarsi riveduta e corretta. Intanto c’è la Conference e riaffrontare il Riga mette una certa uggia. Molti dei guai e delle frustrazioni sono iniziati da quei trenta tiri sbagliati e da una vittoria non colta. Dopo lo Spezia rimettere a posto i conti anche in Europa non sarebbe male per la classifica, ma anche per continuare a guarire. Consentitemi un ritorno alla gara di domenica per un altro paio di cosette. La prima è che sul campo dello Spezia non aveva ancora vinto nessuno e questo deve aggiungere meriti alla Viola.
La seconda è sull’arbitraggio. Sapete che parlo malvolentieri degli arbitri, li rispetto, ma dopo il disastroso Valeri contro l’Inter, è arrivato Massa. Il primo tempo ha favorito la gara-corrida rifugiandosi nei gialli. Non ha visto il fallo di Nikolaou che era stato notato in diretta anche da un pescatore nel prospicente Golfo dei Poeti, per fortuna ci ha pensato il Var a evitare che pure questa gara fosse falsata. Non ho consigli da dare e non vedo complotti, ma se fossi un dirigente viola chiederei al designatore degli arbitri più in forma (ci sono) e non questi vecchi esperti internazionali poco attenti o fuori condizione, che magari pensano più alle gare in Europa che non a quelle in campionato. Con educazione e riservatezza, ma fatevi sentire, lo fanno tutti. Del resto Valeri e Massa sono stati ampiamente bocciati nelle pagelle, un motivo ci sarà…
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