Prima di tutto però, e più che mai in una situazione del genere, sarebbe importante che la proprietà spiegasse chiaramente che percorso (non parliamo di progetto, please) ha in mente: pensa di costruire una squadra giovane, che riparta completamente da zero e che nell'immediato magari ridimensioni un po' gli obiettivi? Oppure si cercherà di crescere ancora, costruendo una squadra che possa davvero (e non solo sperando nei miracoli) puntare ad un salto di qualità? Di sicuro le ultime parole di Rocco Commisso non lasciano troppo spazio ai sogni di chi immagina mercati faraonici o grandi spese: “Faremo tutto cercando di rispettare la sostenibilità. Stiamo crescendo ma la differenza con i grandi club è ancora ampia. A differenza di tanti di loro però noi avremo sempre i conti in ordine e non avremo mai problemi con la Figc, con la Lega e con le associazioni sportive internazionali". Giusto, sia chiaro, e nessuno dotato di un minimo di buonsenso chiede qualcosa di diverso.
Quel che si può pretendere invece è un minimo di ambizione sportiva in più. Quella che a gennaio, per esempio, avrebbe portato la società ad avere un pizzico di coraggio in più nell'aiutare una squadra che si era presentata al via del mercato al quarto posto in classifica. Del resto, se si vuole sul serio provare a competere nonostante le svantaggiose condizioni di partenza, non esistono strade alternative: servono i risultati, ed entrare in Champions o in Europa League (traguardo ancora possibile, soprattutto attraverso le coppe) farebbe o avrebbe fatto tutta la differenza del mondo. E' così, che si può (almeno in parte) colmare il gap.
Di certo, tornando a immaginare la prossima stagione, non sarà semplice. Quando si chiude un ciclo infatti il rischio di perdersi è enorme e quanto successo al Napoli dopo lo scudetto (o alla Fiorentina dopo del post Prandelli) è enorme. Ciò non significa che sia impossibile e Daniele Pradè, il quale dovrebbe da ora in poi tornare ad avere un minimo di autonomia in più, in passato (seppur con la preziosissima collaborazione di Eduardo Macia) ha dimostrato di poterci riuscire. A proposito. Occhio allo spagnolo, perché se Burdisso dovesse andarsene l'attuale diesse una telefonata per sondarne la disponibilità per un eventuale ritorno gliela farebbe (quasi) sicuramente. Quella però, era una Fiorentina che aveva le idee molto chiare e che sapeva benissimo dove voleva andare. E' così, oggi? Non resta che aspettare sperando, finalmente, che qualcuno lo spieghi con parole chiare.
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