Intanto però arriva Belotti, Nzola non parte, il parco centravanti si allarga (o imbottiglia) e spunta dal nulla l'interesse per un islandese che da un anno a questa parte domina. Prima in B, poi in A, è un piacere per gli occhi. Alto, biondo, glaciale. Un fulmine che risveglia Firenze. Siamo vivi, si torna a gustare un grande colpo, la musica della Champions, una coppa, ci passano davanti immagini celestiali. Per tre giorni il popolo viola è tornato a sognare. Che fosse Gudmundsson oppure un altro a nessuno interessava, l'importante era sentirsi al centro del mondo. Come quando Berardi,De Paul e Vicario sembravano a un passo dal vestire la maglia viola, un'altra doccia fredda. Il vento, anche stavolta, ha cambiato direzione
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