Viola News
I migliori video scelti dal nostro canale

TUTTO RELATIVO

“Salta la panchina” e il Lecce: Palladino come Mihajlovic, ma su una cosa ha ragione

Palladino, Kean
L'analisi sull'ennesima vittoria in uno scontro diretto in una stagione che comunque vada lascerà un grande senso d'incompiutezza
Federico Targetti
Federico Targetti Caporedattore 

Sembra quasi inutile parlare della partita visto tutto ciò che è successo attorno, proviamo a fare anche questo. Non prima, però, di notare quanto davvero tutto sia relativo. A un certo punto si è sentito il coro "Salta la, salta la, salta la panchina! Palladino, salta la panchina": Qualcosa che andava di moda quando l'oggetto del canto era Sinisa Mihajlovic e la Fiorentina si salvava all'ultima giornata con Guerini al timone. Ironia della sorte, quell'anno, era il 2011/12, i viola si salvarono vincendo sul campo del Lecce, mentre oggi è proprio ai giallorossi che si deve chiedere un miracolo nell'ultimo atto. La quarta qualificazione di fila alla Conference League, infatti, è possibile solo vincendo a Udine e sperando che i salentini battano la Lazio a Roma, salvandosi nel frattempo ai danni dell'Empoli.

Difficile, forse fin troppo. Però la partita con un Bologna comprensibilmente su di giri post vittoria in Coppa Italia ha dato segnali incoraggianti, come nella stragrande maggioranza dei casi negli scontri diretti. Bentornato al gol a Kean, benvenuti (quasi) a Parisi e a Richardson, meglio tardi che mai, esordio della nuova maglia bagnato con una vittoria che porta Palladino ad eguagliare il miglior risultato a livello di punti del triennio di Italiano. Con i confronti ci fermiamo qui, perché se n'è parlato fin troppo, registriamo soltanto - e non poteva essere altrimenti - un malcontento generalizzato nei confronti del tecnico campano, sì, ma anche del direttore sportivo Daniele Pradè, che invece gli ultimi avvenimenti vorrebbero contrapposto idealmente all'allenatore. Invece no, entrambi colpevoli, anche nella loro diatriba più o meno esposta al pubblico.


Come la dobbiamo vedere?

—  

La Fiorentina 2024/25 è un fallimento? Probabilmente sì, se guardiamo agli obiettivi: due e mezzo falliti su tre. Le coppe sono i due interi, il campionato è il mezzo per due motivi: uno è il totale di punti cui abbiamo accennato prima, l'altro è quella piccola percentuale che vede ancora raggiungibile l'Europa. Il bilancio è sicuramente negativo, non ancora al 100% fallimentare. Potrebbe diventarlo, anzi probabilmente lo diventerà, ma preferiamo non sentenziare per poi essere costretti a fare frettolosamente dietrofront. Quel che possiamo affermare con certezza è che la Fiorentina è incompiuta. Lascia la netta sensazione di poter fare molto meglio, viene colpita da eventi catastrofici e imprevedibili, non riesce mai a mantenere la barra dritta per mille motivi, e quelli tecnico/decisionali non fanno eccezione. Vada come vada l'ultima giornata, questo crediamo di poterlo scrivere senza timore di essere smentiti dai fatti.

Tornando a "salta la panchina": la posizione corretta, a parere di chi scrive, non sta nell'augurarsi né che accada, né che non accada. Sia che la decisione finale sia di tener fede al prolungamento di contratto, sia che invece si opti per una separazione, ci auguriamo che sia una scelta condivisa. Se mettiamo da parte un paio di errori anche gravi, i mercati di quest'anno sono stati interessanti e hanno portato aria nuova dopo un triennio logorante. Fare qualche flop su 16 nuovi ci poteva stare. Su una cosa, Palladino ha ragione: non si può ricostruire tutto nuovamente da zero. Aggiungiamo noi allora: se nuovo allenatore deve essere, che sia qualcuno che si sposi con la maggioranza degli effettivi in organico, che necessiti di una manciata di aggiustamenti soltanto. L'Europa aiuterebbe in un senso (appeal), l'assenza di essa aiuterebbe nell'altro (meno partite, tutto sul campionato). La vera partita dei prossimi giorni, quasi quasi, si gioca nelle stanze dei bottoni del Viola Park, non a Udine.