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ALTRI 7 PUNTI (MINIMO)

Rammarico Cataldi, orgoglio Palladino: la stagione in una gara. E ora su o giù?

Federico Targetti
Federico Targetti Caporedattore 
La riflessione che nasce dalle parole dell'allenatore e del numero 32 dopo la partita

Ci perdoneranno i manzoniani quattro aficionados di questa rubrica che ha visto la luce con l'inizio della stagione 2024/25 e che sono abituati a leggerla nelle propaggini della fine della partita, ma quando la Fiorentina gioca a Milano l'autore è per questioni di domicilio inviato a San Siro, e dunque come inviato ha il compito di occuparsi delle conferenze stampa nel post-gara. Tuttavia, è stato proprio il fatto di aver ascoltato in prima persona le considerazioni di Cataldi e Palladino che, nel tragitto in scooter tra lo stadio Meazza e le braccia di Morfeo (ma non Domenico), ha favorito lo scaturire di questa breve riflessione.

Un accostamento di termini divergenti, ma che non stona

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"Io sinceramente sono più rammaricato per il pareggio, è stato un peccato", ha detto il centrocampista. "Orgoglioso. Un mix di emozioni che ti porti dentro, rabbia per l'espulsione, ti dici che potevi vincerla ma anche perderla", aveva commentato poco prima l'allenatore. A onor del vero, anche Palladino ha poi parlato di rammarico, a testimonianza di come la Fiorentina sia arrivata in casa del Milan con l'idea di vincere. Però questa collisione tra una sensazione negativa, il rammarico, e una positiva, l'orgoglio, non stride, non stona. Rende l'idea di come la squadra viola abbia trovato il proprio equilibrio al termine di una partita che, come la stagione, ha vissuto diverse fasi: dominio, shock, apnea, ripresa, pugnalata, reazione, assalto, riassetto. Spargetele un po', giocate con l'ordine e potete ricostruire il percorso di Kean e compagni da metà agosto ad oggi.

La grande sfida: Parma, Cagliari ed Empoli come Juventus, Atalanta e Milan

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Per questo è sì un peccato non aver strappato l'intera posta dopo due reti nei primi dieci minuti e dopo un finale che ha visto il 2-3 negato solo da un super Maignan e dal fuorigioco di Dodò; ma è anche motivo di orgoglio, appunto, aver dato vita ad una partita divertente, approcciata alla grande, sofferta nel momento di massima pressione di una squadra dalle individualità soverchianti, quasi vinta con tenacia e con tanta rabbia agonistica. La Fiorentina non è perfetta, tutt'altro, ma sta dando segnali super positivi, che possono aiutarla a risolvere il suo vero, cronico difetto: il rendimento contro le piccole. Arrivano il Parma, il Cagliari, l'Empoli. Lo avevamo già detto la settimana scorsa, lo ribadiamo: non vincere a San Siro ci sta, rientra nell'ordine naturale delle cose. Ma se dopo 7 punti contro Juventus, Atalanta e Milan non ne fai altrettanti contro Parma, Cagliari ed Empoli, allora siamo punto e a capo. La stagione è stata un ottovolante come la partita che abbiamo appena finito di commentare. Ora che arrivano le settimane decisive, possiamo smettere di fare su e giù e prendere una direzione definitiva (possibilmente, auspicabilmente e preferibilmente su)?