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Palladino, il deserto di Empoli e l’escursione tattica: Gosens Ferrari in garage
Ci lasciamo andare a un paio di immagini mentali e tentiamo di evocarle per lasciare un po' libera la fantasia dopo tanta noia nei novanta minuti del Castellani-Computer Gross Arena tra Empoli e Fiorentina: un deserto, appunto, dove non succede nulla. E qual è una delle caratteristiche del deserto? La grande escursione termica, ovvero la differenza tra la temperatura massima e quella minima nelle 24 ore (caldissimo il giorno, freddissimo la notte). Ecco, oggi abbiamo assistito all'escursione tattica di Palladino: la sua squadra, nelle prime uscite stagionali con la difesa a tre, è stata un vero e proprio colabrodo dietro, ma ha sempre creato occasioni e gol in avanti; oggi, con il passaggio dal 1' alla difesa a quattro, ecco che i rapporti si ribaltano diametralmente, la difesa non concede (quasi) nulla e l'attacco fa scena muta.
Probabilmente la coperta è corta. Diciamo probabilmente perché come abbiamo dato un tot di partite al modulo precedente è giusto darne altrettante se non di più a questo, che sembra mettere a proprio agio un numero maggiore di calciatori. I meccanismi di gioco variano tra una disposizione e l'altra, e a Empoli, contro una squadra che, a onor del vero, si sta dimostrando un bunker (2 gol presi in 6 partite, nessuna delle quali persa), quello viola si è inceppato. Male i trequartisti, Kean isolato, poche soluzioni nel mezzo, tutte cose che potete leggere nelle nostre pagelle sfornate appena dopo il fischio finale. (continua sotto)
Però un singolo, per quanto non rappresenti in nessun modo un problema, merita qualche parola in più: Robin Gosens. E ripetiamo nuovamente, a scanso di ogni equivoco, che non si tratta di denunciare un problema. Il tedesco ha giocato una partita più che dignitosa, non ha sofferto, anzi si è anche reso pericoloso in maniera estemporanea con una volée dalla distanza. Il punto semmai è proprio questo: nell'equazione della coperta corta una delle variabili è rappresentata proprio da Gosens, che passando alla difesa a quattro e quindi schierandolo terzino si trasforma da corazziere libero di attaccare anche in area di rigore avversaria a buon difensore esterno, senza però lo spazio per offrire il suo pieno contributo visto che ha un esterno davanti. Un po' come tenere una Ferrari in garage, o comunque farla andare su vie trafficate. Terzo refrain: da terzino non gioca male, non causa affanni, non è su di lui che si deve lavorare, perché anche senza gran parte del suo apporto offensivo dà l'impressione di essere meglio di Parisi e di Biraghi. Ma visto che davanti a lui Palladino preferisce Kouamé a Sottil (bocciatura abbastanza clamorosa per il figlio d'arte, a proposito) e visto che in rosa ci sono altri due terzini sinistri, perché non proporlo direttamente avanzato? Forse, così facendo, avrebbe poco spazio per correre. Ma è un'idea, e con tante partite da giocare chissà che non possa essere provata...
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