Ebbene sì, Palladino gioca come Iachini. E' passato pure al 3-5-1-1, ricalcandone anche il modulo. Palla lunga per il santo centravanti, difesa bassissima, con la variante della mezzala, oggi Ndour, che diventa difensore. Solo che Iachini è Iachini, un onestissimo allenatore che è arrivato per salvare la Fiorentina e ha fatto il suo lavoro, sebbene il presidente Commisso gli volesse affidare un progetto a lungo termine e, immagine divenuta poi famosa, dedicare una statua a Piazzale Michelangelo; Palladino è arrivato in riva all'Arno con ben altre credenziali e aveva fatto vedere qualcosa di diverso prima di rintanarsi nel calcio mesozoico teso al risultato, ma senza che il risultato arrivi.
Che cosa ne consegue? Che allo stato attuale delle cose, a parte una posizione migliore in classifica figlia della magia che si era venuta a creare tra il 22 settembre e il 1 dicembre 2024, l'unica differenza tra i due allenatori è il mitico cappellino di Iachini. E il rischio è che un'altra differenza, al momento di tirare le somme, sia che nessuno avanzi l'idea di fare una statua a Palladino.
Tutti gli AGGIORNAMENTI sulla FIORENTINA con semplici notifiche: iscriviti al canale WHATSAPP di VIOLANEWS!
© RIPRODUZIONE RISERVATA