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Chi doveva riposare ha fatto danni: Palladino sarà costretto a cambiare modulo?
Intendiamoci: la Fiorentina ha rispettato il pronostico, ha portato a casa la vittoria e parte avanti, ancora più avanti, rispetto al Celje nell'ottica di riservarsi un posto tra le migliori quattro di Conference League per il terzo anno consecutivo. Lo ha fatto facendo riposare tanti interpreti importanti, gestendo le energie e sfruttando a proprio vantaggio episodi favorevoli, era tutto quello che si poteva chiedere allo spartito della gara in Slovenia in un momento in cui il sogno Champions passando dal campionato non è ancora tramontato. Palladino ha cercato di coniugare la voglia di portarsi avanti nel doppio confronto e la necessità di gestire le energie e il risultato, vittoria, ci dice che ce l'ha fatta. Missione compiuta.
Però, e questo lo ha detto il mister a Sky prima di noi, l'unico peccato è aver subito il gol del 2-1 che è stata una disattenzione. Sta tutta qua la sostanza in vista del ritorno: se la Fiorentina ci mette attenzione per i restanti novanta minuti, già è superiore rispetto all'avversario, in più gioca in casa e parte con un gol di vantaggio. L'obiettivo è vicino, eppure ci sono stati degli sgambetti inattesi. Da parte dei due Nicolò, uno in campo per il turnover e uno subentrato ma in genere titolare. Zaniolo, facendosi ammonire con una rincorsa pur generosa, costringerà uno tra Kean e Gudmundsson (o entrambi...) a scendere in campo dall'inizio al ritorno; Fagioli, con un errore che ha ricordato quello commesso contro il Panathinaikos, ha permesso agli avversari di riaprire il discorso qualificazione. Nulla che inquini eccessivamente il giudizio sulla bontà di quanto sta facendo il numero 44, ma si parla di una partita in controllo riaperta improvvisamente sia sul singolo sia sul doppio confronto.
E poi un gesto che si fa fatica a comprendere da parte di Dodò: nella concitazione di un finale di partita è un conto e dal divano di casa è un altro, ce lo diciamo da soli, ma anche tenendo questo ben presente è difficile perdonare un'ammonizione gratuita conoscendo la situazione della Fiorentina, già senza Gosens infortunato e Moreno che aveva ricevuto la sua squalifica pochi minuti prima. Fa specie che siano stati proprio due dei giocatori migliori degli ultimi tempi, Fagioli e Dodò, a distinguersi in negativo. Capita. Adesso Palladino ha due giocatori di numero impiegabili sugli esterni: Parisi e Folorunsho (adattato, la prima volta che ha giocato in questo ruolo nella sua vita è stata a fine marzo). Riproporrà il 3-5-2 senza riserve? Chiamerà qualche Primavera? Può anche essere, ma la logica imporrebbe di tornare a quattro dietro con Comuzzo largo a destra e Parisi a sinistra, Gudmundsson e Beltran dietro Kean: l'albero di Natale di cui si è parlato a un certo punto della stagione.
In tutto questo, non dobbiamo perdere di vista che comunque la Fiorentina ha vinto: ci sono cose che non hanno funzionato ed è dovere di chi commenta cercare di notarle, ma alla fine della fiera l'importante era tornare dalla Slovenia con un vantaggio in tasca. Poteva essere maggiore? Sì, ma poteva anche non esserci: di questo ringraziamo ancora De Gea e il momento in cui Palladino ha deciso di mettere da parte la logica del portiere di campionato e di quello di coppa. Se si impara dai propri errori, poi quando arriva il momento di giocare contro chi non te li perdona (Betis e Chelsea?) magari allora non si commettono.
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