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L'editoriale

Senza Cabral e con Cabral, le soluzioni. Amrabat incedibile, Rocco batte Lotito

Enzo Bucchioni
Dalle idee di mercato alle ambizioni viola: come cambiano le cose con o senza Cabral nell'attacco di Italiano?

Enzo Bucchioni

Non date giudizi sui giocatori nelle amichevoli, si raccomandavano i vecchi maestri delle redazioni sportive. Saggezza antica, non c’è dubbio. Non voglio certamente dimenticare i buoni consigli oggi, quarant’anni dopo, ma l’amichevole della Fiorentina mi ha lasciato addosso una sensazione positiva che non nascondo.

Attenzione, non mi faccio certamente impressionare dai nove gol o dalla tripletta di Ikonè, ho visto il valore relativo dell’avversario, ma certe partite servono comunque a far capire se una squadra è squadra, se conosce quello che deve fare, come sta mentalmente e fisicamente: la Fiorentina sta bene.

L’interruzione della stagione nel momento migliore della stagione creava preoccupazione, ma sembra non aver inciso, ho rivisto giocatori che hanno voglia, concentrati il giusto, attenti a quello che devono fare, con un buon movimento senza palla. E’ quello che si chiedeva, s’è visto forse anche di più, mentre a volte in situazioni come questa si tende a giocare individualmente e con voglia relativa. La Fiorentina no, penso quindi che Italiano sia soddisfatto e in attesa dei test più impegnativi di sabato prossimo, la ripresa del lavoro sta già dando buoni frutti.

ASPETTANDO CABRAL

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Purtroppo anche ieri sera non s’è visto Cabral, non ha neppure segnato, ma pensare di valutare il brasiliano in questo dicembre di amichevoli mi sembra ridicolo e irrispettoso per lui.

Credo che tutti questi mesi passati a Firenze prima da apprendista, poi da titolare o da risorsa della panchina, siano stati sufficienti al comparto tecnico della Fiorentina per capire il valore del brasiliano.

Credo anche di non sbagliare se penso che Italiano preferirebbe un giocatore diverso, ma pubblicamente non lo dirà mai e cercherà fino all’ultimo di farlo diventare una risorsa. Impresa oggettivamente difficile per le caratteristiche del giocatore, ma anche per il valore del nostro campionato che ha messo in crisi le sue certezze di uomo-gol.

La cosa più logica da fare sarebbe ammettere che l’acquisto è stato sbagliato (succede), il problema c’è e va risolto.

UN AIUTO DAL MERCATO

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Come? A gennaio non è facile e lo sappiamo. Le valutazioni su diversi profili sono state fatte e si stanno facendo, ma non è il caso di andare a tentare ulteriori esperimenti: servono certezze.

Proprio per questo la Fiorentina starebbe cercando una soluzione-tampone fino a giugno, una sorta di scambio con squadre che hanno a loro volta problemi in attacco e cercano giocatori con caratteristiche diverse e magari hanno in rosa elementi da offrire interessanti per la Viola. Un puzzle complicato. Ma se non si dovesse trovare una soluzione per Cabral fuori da Firenze non è pensabile infatti che la Fiorentina vada a prendere un altro centroavanti, ammesso e non concesso che sul mercato ci sia. Cabral finirebbe per diventare terza scelta con relativa bruciatura anche per l’importante investimento da quindici milioni di euro e passa. Non sarà questa la strada.

Quindi se non dovesse arrivare l’incastro giusto, la Fiorentina è orientata a rimanere così, concentrando gli sforzi su altri ruoli (Centrocampista? Difensore?) perché comunque Italiano in attacco avrebbe più soluzioni rispetto alla prima parte del campionato soprattutto con il recupero di Nico Gonzalez che dovrebbe tornare a Firenze nel fine settimana.

Kouamè che è stato utilizzato spesso come esterno proprio per gli infortuni di Nico e Sottil, con il ritorno dell’argentino e la crescita di Ikonè, potrebbe tornare a fare il centroavanti. Ma pure lo stesso Nico sa muoversi da centroavanti, ha caratteristiche diverse, ma è una soluzione.

L’importante è recuperarlo, sottolineiamo, ma di questo ci siamo già occupati spesso. E poi tornerà pure Sottil, in attesa di tempi più certi dopo l’operazione all’ernia.

Comunque la Fiorentina continua a setacciare il mercato e lo scouting sta lavorando, se dovesse esserci una soluzione praticabile e favorevole sarà analizzata.

LE POSSIBILI USCITE

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Il quadro è chiaro. In uscita ci sono Gollini, Benassi, Zurkowski, Ranieri e forse Maleh. Proprio muovendo queste pedine ci potrebbero essere delle soluzioni di scambio, si comincerà da loro e con loro.

Intanto Sabiri continua a essere proposto. Pereyra a zero è un’idea per giugno. La lista dei giocatori visti ai mondiali è interessante, ma nessuno pensi che a gennaio si possano fare grandi cose, sono idee.

E parlando di mercato vengo ancora ad Amrabat dopo un’altra grande partita contro Busquets. Ne scrivono tutti come se fosse già dentro trattative varie, ma funziona così, nessun allarme. Ieri s’è parlato di un’entrata in campo di Klopp in persona personalmente, che vorrebbe a tutti i costi il marocchino per farne il suo Casemiro.

Per la Fiorentina è incedibile, il contratto da ampie garanzie e sapere che il giocatore è corteggiato non può fare che piacere, testimonia il buon lavoro della società e soprattutto dell’allenatore Italiano che lo ha fatto crescere, come fanno notare tutti gli osservatori. Amrabat è diventato un giocatore più completo, più sicuro di quello che fa, ha acquisito personalità ed è cresciuto tatticamente.

Non credo che Rocco Commisso venderà mai il suo pallino, ma nel calcio folle di oggi può sempre succedere di tutto. Se il Liverpool dovesse offrire sessanta milioni (è pura ipotesi) ci sarebbe da tremare. E come ho sempre detto con sessanta milioni, nel caso, si potrebbero comprare tre giocatori da venti, quindi forti-forti, ma bisogna essere bravi e i soldi di Vlahovic non sono stati spesi benissimo. Ma si può sempre migliorare. E questo è fanta-mercato.

I CONTI NON TORNANO

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A proposito, non migliorano i conti del nostro calcio. Anzi. Ma per fortuna non arrivano neppure gli aiuti statali a chi i soldi li ha sperperati.

Rocco sta vincendo anche l’ultima battaglia, l’emendamento salva-pallone presentato dal senatore Lotito, presidente della Lazio, è stato bocciato dal governo e la premier Meloni ha ribadito che “non andremo in soccorso del pallone, dovranno essere bravi a far tornare i conti da soli”. Soluzione logica e giusta.

Non è stata la crisi, non è stato il Covid ad affondare il calcio, ma l’incapacità di troppi dirigenti e la voglia diffusa di non rispettare le regole. Basta.

Chi ha sbagliato deve pagare e come sono fallite nel tempo Fiorentina, Napoli e Chievo, chi non ha la possibilità di mettersi in regola, ci dispiace, ma dovrà fare la stessa fine. Basta paracadute, corsie preferenziali o amici degli amici.

A questo proposito Rocco Commisso e Joe Barone stanno imparando a conoscere a fondo i personaggi del pallone italico. Pensavano di avere stretto un’alleanza con Lotito, sono stati loro, assieme, mesi fa, a eleggere Casini presidente della Lega. Bene. Ora Casini e Lotito sono già sull’altra sponda…

Cosa speravate, non ideali o programmi, ma solo quello che conviene sul momento. Un classico.

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