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L'editoriale del giovedì

Sconfitta dura e ingiusta. Ecco dove e come ripartire per migliorarsi

Enzo Bucchioni
Il commento a mente serena di Enzo Bucchioni dopo la sconfitta dura e cocente maturata allo scadere contro il West Ham United.
Enzo Bucchioni Editorialista 

Delusione e rabbia per quello che poteva essere e non è stato. E’ questo in sostanza il sentimento e il momento del Popolo Viola incapace di metabolizzare la seconda finale persa in quindici giorni anche dopo una notte passata a rimuginare e ragionare. Forse a imprecare. Perdere quando avresti meritato di vincere è la cosa più dura da accettare e contro il West Ham la partita l’ha fatta soltanto una squadra: la Fiorentina. Non è una consolazione, ma una constatazione.

Dura e ingiusta

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La sconfitta è arrivata, ancora una volta, per inaccettabili errori individuali, sia nell’azione del rigore come in quella, fatale, del gol preso al novantesimo. Limiti e difetti, è da questo che deve partire l’analisi per dare ancora più valore a tutto quello che di straordinario è stato fatto in questa stagione che comunque dovrà essere ricordata e per certi versi esaltata.


La Fiorentina ha conquistato due finali e non succedeva da oltre sessant’anni, è arrivata ottava in campionato e giocato il numero record di 60 partite andando ben oltre il valore tecnico della squadra e di tutte le previsioni. Da questo bisogna ripartire, per questo bisogna dire comunque bravi a Italiano e a tutta la squadra che ha creduto fortemente in quello che stava facendo, ha lavorato duro per superarsi e in fondo si è superata.

Bravo Commisso

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Bene ha fatto il presidente Commisso a ringraziare a caldo, è questo il sentimento che deve accompagnare un finale amaro. Molto amaro. Capisco che è dura, capisco che nello sport per molti conta solo vincere, ma proprio lo sport ci insegna anche che quando qualcuno supera il suo livello è comunque da applaudire. Ripensate all’estate scorsa, alla fine del mercato, e rispondete sinceramente a una semplice domanda: questa era una squadra costruita per puntare a due finali e tutto il resto? Lo pensavate?

Ripartiamo da qui. E diciamo anche perchè la Fiorentina è andata comunque oltre: grazie al gioco. Sono stati il calcio e il lavoro proposti da Italiano a far crescere la cultura di questa squadra e di questo gruppo di giocatori che se fosse stato in mano a un allenatore diverso, e nomi ne potrei fare tanti, forse sarebbe rimasto addirittura invischiato nella lotta per non retrocedere come accaduto fino a due anni fa, all’arrivo di Italiano appunto.

Italiano non si tocca

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Rocco Commisso l’ha capito da tempo e lo sa benissimo, non a caso ha immediatamente detto a caldo, nel post partita, che da Italiano e da questo tipo di calcio la Fiorentina ripartirà. Blindando di fatto così anche l’allenatore corteggiato da diverse società, a cominciare dal Napoli. E siccome sento, leggo, avverto la voglia diffusa di buttare tutto a mare,  credo proprio che la negatività non sia giusta, ma debba prevalere il realismo. Ripartiamo dall’ottanta per cento delle cose fatte bene e correggiamo quel venti per cento di limiti e difetti. La Fiorentina farà questo, saggiamente. Deve fare questo per ripartire con rinnovate ambizioni aspettando di capire se la Juventus sarà squalificata in Europa e se alla Viola toccherà o meno il posto in Conference League.

Limiti da cui ripartire

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Ma al di là di questo, se Rocco vuole ancora crescere e portare la Fiorentina stabilmente a lottare per le coppe, anche la Champions (perchè no?), comunque deve ripartire dallo zoccolo duro di quest’anno e programmare un rafforzamento mirato, intelligente. Ho parlato di limiti e difetti. Vogliamo dire che la Fiorentina ha giocato praticamente tutto l’anno, salvo qualche partita di buona vena, senza un centroavanti vero capace di trasformare in gol tutto il lavoro fatto e di giocare per la squadra? Ci siamo incartati nel partito pro-Jovic contro quello del pro-Cabral proprio perchè nessuno dei due ci convinceva. E infatti non ha convinto.

Abbiamo assistito alla pericolosa involuzione di Igor, forse alle prese con la saudade, e anche a quella di Quarta tatticamente anarchico, e non è vero che è colpa del gioco di Italiano o della difesa alta. L’allenatore insegna a difendere, guardate come è cresciuto Ranieri che faceva di mestiere l’esterno sinistro d’attacco nel 3-5-2. Italiano e il suo staff insegnano i movimenti per ore, di reparto e individualmente, ma se poi i giocatori in campo hanno limiti tecnici (torniamo ai limiti) e momenti di amnesia, è colpa del gioco? Si cresce solo immettendo giocatori più forti nei ruoli che hanno creato problemi. Perchè il gioco è la base, ma se lo interpretano giocatori migliori il gioco funziona meglio: è una banalità che bisogna sempre ricordare. Non è un caso che il gol viola, anche mercoledì sera, sia venuto da Nico e Bonaventura, due di categoria superiore. Da qui bisogna ripartire, ma del mercato e di cosa fare per crescere avremo tempo per parlarne.

50.000 tifosi straordinari

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Torno alla delusione del Popolo Viola per elogiare cinquantamila tifosi straordinari, fra quelli che erano dentro lo stadio a Praga, quelli fuori, quelli al Franchi e nelle altre arene. Salvo una decina di pecore nere che sono dappertutto, il comportamento e la compostezza anche nella delusione, fanno parte della cultura di questa tifoseria che davvero avrebbe meritato di gioire. Anche da questi tifosi Rocco deve ripartire. Sono passati appena quattro anni dal suo arrivo a Firenze e la crescita è evidente. La strada imboccata è quella giusta, altre soddisfazioni arriveranno.

Inaccettabile

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E a proposito di tifosi, mi aspetto una dura presa di posizione dell’Uefa contro il West Ham. Inaccettabile quello che è successo e che si è visto in mondovisione. Biraghi ferito e sanguinante ha continuato a giocare ma non più con la stessa energia e anche nella mano del rigore poteva essere più lucido. Il regolamento è cambiato, non sono più previste le vittorie a tavolino per casi del genere, ma qualche partita a porte chiuse sarebbe il minimo per i tifosi del West Ham. Aspettiamo fiduciosi…

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