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Scala a VN: “Tensioni fra società e stampa incidono su tutto. Serve buon senso”

PARMA, ITALY - MAY 12:  Nevio Scala celebrates the twentieth anniversary of the conquest of the Cup Winner's Cup at Wembley prior to the Serie A match between Parma FC and Bologna FC at Stadio Ennio Tardini on May 12, 2013 in Parma, Italy.  (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Alcune opinioni da ex viola prima di parlare delle scelte societarie e dei due profili in risalto nella corsa al timone della nuova Fiorentina

Federico Targetti

77 presenze e 7 gol con la maglia della Fiorentina all'inizio degli anni '70, vittorie in Italia e in Europa con il Milan, quindi una pregevole carriera da allenatore con la Coppa UEFA conquistata a Parma e l'Intercontinentale alla guida del Borussia Dortmund: tutto questo è Nevio Scala, ex centrocampista viola ed ex allenatore, tra le altre, del Perugia in cui militavano i giovanissimi Goretti e Gattuso, due profili accostati con decisione alla Fiorentina negli ultimi tempi. Ecco a voi l'intervista realizzata da Violanews.com:

Signor Scala, le chiedo innanzitutto una valutazione generale sul campionato della Fiorentina. Ormai manca solo una giornata, si possono tirare le prime somme...

Mi sarei aspettato una Fiorentina in zona Europa, ovviamente sono anche un po' tifoso viola... Però purtroppo non sono riusciti a fare una squadra importante, l'organico andava migliorato ma il lavoro di Prandelli e Iachini è stato comunque importante per la salvezza. Fermo restando che parlare di salvezza per la Fiorentina è un po' riduttivo, ecco. C'è da sperare che per i prossimi anni le cose cambino.

A proposito di organico, crede che alcuni giocatori siano stati sopravvalutati in sede di costruzione della rosa? Anche alla luce delle dichiarazioni di inizio stagione, quando si puntava alla parte sinistra della classifica e ci si riferiva al centrocampo viola come ad uno dei migliori in circolazione.

Difficile dare un giudizio su giocatori che non alleno; i nomi non sono da bassifondi della classifica, ma credo che i problemi siano stati altri: la pandemia, allenamenti difficoltosi, un insieme di problematiche di questo genere. Adesso l'importante è subito voltare pagina, non piangere sulle cose che non sono state fatte, fare tesoro di situazioni negative che si sono create. Solo così si può ricostruire una Fiorentina che possa ambire almeno alla zona Europa.

A suo modo di vedere, un ambiente come quello che si è generato dopo le ultime dichiarazioni del presidente Commisso può risultare dannoso per l'appetibilità della Fiorentina?

Le situazioni come questa sono sempre antipatiche. Il rapporto tra la società e la stampa, quando non è di reciproco rispetto, incide negativamente su tutto l'andamento del campionato. Ma le incomprensioni vanno chiarite, a carte scoperte, e se c'è un po' di saggezza e di buon senso le divergenze si superano e si riparte con reciproca stima.

Appetibilità che andrà valutata da parte dei profili contattati dalla dirigenza viola, tra i quali figurano due sue ex conoscenze: Gennaro Gattuso e Roberto Goretti. Cosa ci dice di loro, lei che li ha conosciuti entrambi, e come li ha visti crescere e diventare allenatore e dirigente? 

Sono ancora due ragazzi per me (ride, ndr). Goretti a Perugia ha dimostrato di avere qualità manageriali importanti, e Gattuso è un elemento che a Firenze si sposerebbe in maniera importante: la sua irruenza, la sua voglia di dimostrare che ha voglia di arrivare possono essere presupposti importanti. Credo che la Fiorentina abbia il dovere di valutare sul panorama gli elementi che meglio si inseriscano nel contesto. Ad una tifoseria come quella viola va data soddisfazione, la società stia attenta al parere dei tifosi. Mi sembrerebbe una scelta saggia.

E i tifosi si accontentano trattenendo i migliori... Come si deve comportare la Fiorentina? 

I tifosi sono esigenti, ma quando si fanno certe operazioni è sempre bene spiegarle senza nascondere nulla. Si può anche sbagliare, ma gli errori fatti con buona fede e chiarezza nelle spiegazioni diventano accettabili. Anche il più intransigente deve capire che nel mondo del calcio c'è chi arriva primo, chi secondo e chi deve arrivare terzo. Ad oggi, le differenze con le grandi società vengono date dalle capacità di investimento, affidate a figure-chiave come i dirigenti sportivi, che devono lavorare in simbiosi con gli allenatori. Varrebbe la pena di fare un passo indietro rispetto ai condizionamenti attuali, senza dimenticarsi della tecnologia. 

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