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Pongracic, Palladino e... Massimo Troisi

Pongracic ricomincia da… tre. Ma nella nuova difesa è “vergine”

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Dovrebbe essere Pongracic il designato a guidare la difesa a tre di Palladino. Per lui si tratta di un nuovo sistema di gioco a cui dovrà adattarsi celermente. Un dubbio che si somma ad altri, con l'augurio che venga dissipato quanto prima
Stefano Niccoli
Stefano Niccoli Redattore 

"Ricomincio da tre". Era il 1981. Protagonista: quel gran genio di Massimo Troisi, alias Gaetano, che si trasferisce dalla provincia di Napoli a Firenze per “vivere nuove esperienze”. 

2024. Quarantatré anni dopo la città e il concetto sono gli stessi. Il “ricciolone”, però, non c’è più. A portare avanti il suddetto principio - e, ovviamente, dal cinema ci trasferiamo al calcio - è Raffaele Palladino


In sede di conferenza stampa il tecnico della Fiorentina è stato chiaro, a differenza del suo predecessore Vincenzo Italiano: “Riparto dalla difesa a tre”. La retroguardia viola ha perso un suo perno: Nikola Milenkovic. La stagione 2023-24 è stata tutto fuorché brillante, ma non c’è dubbio sul fatto che il neo giocatore del Nottingham Forest sia stato una colonna portante della Fiorentina. Per sostituirlo Pradé e soci hanno puntato le loro fiches su Marin Pongracic. La sua preseason è stata più che sufficiente, malgrado l’infortunio rimediato contro l’Hull City.

Dovrebbe essere lui a guidare la difesa a tre. Sembra l’ex Lecce, quindi, il centrale designato. Il suo sostituto potrebbe/dovrebbe essere Martinez Quarta, con Kayode e Biraghi ad agire come “braccetti”. Il condizionale, tuttavia, è d’obbligo. Inizieremo a schiarirci le idee da sabato, quando la Fiorentina debutterà in campionato contro il Parma al “Tardini”. E non mancano, purtroppo, i dubbi. Pongracic, infatti, non ha mai giocato in una difesa a tre. E’ stato lui stesso a dirlo il 6 agosto scorso in conferenza stampa: "E' la prima volta che gioco a tre dietro. Sono qua da sole due settimane, quindi non abbiamo (con Palladino, ndr) parlato moltissimo. Quello da migliorare lo vedremo partita dopo partita, ma ci sono nuove idee anche in fase di impostazione. Penso di potermi adattare”. Ecco, la speranza è che l’adattamento citato sia celere perché è innegabile che le dinamiche difensive, in termini di recuperi, copertura del campo e impostazione (appunto), siano diverse rispetto a quelle caratterizzanti la retroguardia a quattro. Un dubbio che si somma ad altri, con l'augurio che venga dissipato quanto prima. Perché la Fiorentina ha bisogno di certezze.

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