Viola News
I migliori video scelti dal nostro canale

L'editoriale del martedì

Pari brutto e sofferto, poco gioco. Non è questa la Fiorentina che vogliamo

Enzo Bucchioni
Il commento di Enzo Bucchioni sulla prestazione della Fiorentina a Lecce con uno sguardo già iil prossimo impegno dei viola.

Enzo Bucchioni

Un’altra serata dove le ombre sono più delle luci, la Fiorentina che aspettiamo da troppo tempo ancora non si vede. E’ vero che un pari fuoricasa in genere può andar bene, ma non questo, non contro un Lecce che ha buona organizzazione e niente più, probabilmente faticherà a salvarsi. Questa era una partita da vincere e la Fiorentina ha rischiato pure di perderla.

Soprattutto ho visto una involuzione del gioco e questa è la cosa più preoccupante, la squadra viola ha giocato paradossalmente meglio contro la Lazio nonostante la sconfitta clamorosa. E, purtroppo, ancora una volta un inaccettabile errore difensivo ha dato il vantaggio alla squadra salentina come era successo con Vecino una settimana fa.

Che succede?

Ora comincio a chiedermelo con preoccupazione. Tutte le situazioni fino ad ora analizzate, la voglia di trovare soluzioni, un ottimismo che comunque ci deve sorreggere contro i soliti nichilisti che adesso magari stanno godendo, non hanno portato a niente. Non vedo miglioramenti di sorta non soltanto nei risultati, ma nell’organizzazione della squadra e nell’intensità che continua a mancare.

Dieci giornate di campionato cominciano a essere un test credibile e della Fiorentina che incantava la scorsa stagione stiamo cominciando a perdere le tracce. Un inizio di stagione complicato ci poteva stare, ma adesso è troppo.

Nel primo tempo di ieri sera, veramente orribile, ho avuto la sensazione che i giocatori non credessero in quello che Italiano chiede. La forza della Fiorentina deve essere il gioco e invece di gioco se ne è visto poco con troppi giocatori che si sono lasciati andare a soluzioni individuali, con scarso movimento senza palla e la quasi assoluta mancanza di grinta e intensità che erano qualità fondamentali della scorsa stagione.

Ripeto: che succede?

Tutta colpa delle tre partite alla settimana che costringono a un altissimo dispendio di energie fisiche e mentali alle quali la Fiorentina non era abituata? Possibile. La squadra sembra stanca, sicuramente non è arrembante, si concede della pause, gioca a ritmo più blando e quindi diventa prevedibile e facilmente marcabile.

Non è più neppure un problema di gol. In alcune partite, è vero, le occasioni sono state tante, i tiri in porta moltissimi, gli errori sottoporta evidenti. Ieri sera neppure questo. E’ proprio mancato il gioco corale rapido e veloce, un tocco-due tocchi, cambi di gioco, che era la caratteristica principale della idea di Italiano. La manovra non è mai stata fluida e alcune prestazioni individuali ancora una volta lontane da un rendimento accettabile e soprattutto non in linea con il valore di alcuni giocatori.

E non è la sola fase offensiva che non funziona, quello che deve preoccupare maggiormente, a questo punto, sono i continui gol presi con leggerezza e superficialità, per errori individuali e di posizionamento sbagliato della difesa in blocco. Il gol del Lecce viene da un’altra palla persa sulla bandierina dell’angolo con il centro della difesa terra di nessuno e Igor che sbaglia come un principiante. Cosa sta succedendo al difensore brasiliano l’anno scorso vera rivelazione della stagione? La sua involuzione è clamorosamente evidente che non ha bisogno di spiegazioni. Non sta bene fisicamente? Oppure ha perso umiltà dopo i tanti corteggiamenti e apprezzamenti estivi? Non lo sappiamo. Certo è che la roccia dell’anno scorso s’è come sgretolata.

Tanti in crisi

Ma sono tanti i giocatori al di sotto delle attese. Penso a Barak, il rodaggio dovrebbe essere finito. Ma anche Mandragora, conosco un altro Mandragora. Per non parlare di Nico, ma anche Dodò con la giustificazione che sono reduci da lunghe assenze. Leggo negli occhi di questi giocatori la preoccupazione dove l’anno scorso leggevo la fame e la gioia. E’ successo qualcosa nello spogliatoio che si fatica a elaborare? Il caso-Torreira scoppiato nella primavera scorsa ha minato la compattezza? Non so neppure questo, me lo chiedo. Ma è evidente come questa squadra sia diversa da quella che ci aveva divertito ed era tornata in Europa.

Conoscete la mia posizione che porta sempre ad analizzare a fondo le questioni per risolverle o capire, non mi piace sparare nel mucchio o attaccare a testa bassa per simpatie o antipatie, ma quando fatico a capire vorrei che qualcuno (la società, l’allenatore, i giocatori) cominciassero a spiegare. O la squadra cominciasse a giocare per smentire tutto e tutti. Dieci punti in dieci partite, come la Salernitana, come il Monza, sono poca roba. Ma vado oltre: non sarei preoccupato dei punti se vedessi una squadra giocare e una crescita in atto. Non è così. Oggi s’è notata perfino l’assenza di Amrabat, un giocatore che almeno ci mette sempre grinta e cuore. Sarà che i troppi elogi dell’anno scorso hanno fatto perdere umiltà un po’ a tutti?

Se non si ritrova in fretta sarà dura uscire da certe involuzioni. A complicare le cose, poi, ci sono anche gli infortuni. Questa volta è toccato a Jovic sul quale ormai Italiano aveva deciso di insistere per provare a recuperarlo. Due minuti e via, con il ripescaggio di Cabral che almeno s’è dato da fare e fisicamente è sembrato reattivo. Cosa ha accusato il serbo e se sarà recuperabile per sabato lo sapremo nelle prossime ore.

Ed adesso l'Inter

Sabato, appunto. C’è l’Inter e l’anno scorso al Franchi proprio contro i nerazzurri la Fiorentina ha offerto uno spettacolo calcistico. Quella partita, anche se persa, raccontò di una bella storia calcistica che stava nascendo e che poi ha portato grandi frutti.

Quel lavoro lo conosciamo bene, certi valori devono tornare. L’Inter può essere l’occasione giusta per ritrovare quella Fiorentina e ritrovarsi. Una settimana senza Conference può aiutare, il tempo non è ancora scaduto, ma non ne rimane molto…