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L'analisi

Palladino e la responsabilità a cui sta venendo meno: dov’è finito Sottil?

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Palladino spese parole al miele nei confronti di Sottil a giugno. L'esterno, però, ha giocato col contagocce in campionato. L'allenatore sta venendo meno alla sua responsabilità. Ma cambiare idea non è vietato. Anzi
Stefano Niccoli
Stefano Niccoli Redattore 

Gudmundsson si prende, giustamente, la scena. O, come si diceva una volta, le prime pagine dei giornali. In questo articolo, però, non ci concentreremo sulla doppietta decisiva realizzata dall’islandese contro la Lazio, tema già analizzato di pari passo col cambio modulo operato da Palladino.

Qui puntiamo il focus su Riccardo Sottil e Christian Kouame. Flashback: torniamo al 25 giugno, giorno della conferenza stampa di presentazione di Palladino. “Sottil è fortissimo, ha tutto. E’ una mia responsabilità” disse il nuovo tecnico della Fiorentina (VIDEO SOPRA). Dichiarazioni che facevano preannunciare l’inizio di una nuova era per il figlio d’arte. I fatti, però, stanno raccontando altro rispetto alle parole perché l’ala viola, fin qui, ha collezionato solo quarantanove minuti in Serie A (undici, ventidue e sedici contro, rispettivamente, Parma, Venezia e Atalanta). Contro Monza e Lazio, invece, è rimasto in panchina. Meglio in Conference League: settantotto minuti nella gara d’andata contro la Puskas Akademia (condita dal gol), cinquantaquattro in quella di ritorno.


Alla luce delle parole di Palladino, possiamo affermare senza problemi che, soprattutto in campionato, i conti non tornano. Contro Monza e Lazio, l’allenatore gli ha preferito Kouame, entrato al posto di Beltran nel primo caso e di Mandragora nel secondo. Questa la mera cronaca. Trattasi, dunque, di bocciatura? No, è bene non esagerare con le parole anche perché, come diceva Nanni Moretti, “le parole sono importanti”. La stagione è lunga e le partite tante. C’è bisogno di tutti. Ma è giusto sottolineare, arrivati alla fine di settembre, come Palladino stia venendo meno alla sua responsabilità. Un reato? Certo che no. Cambiare idea non è vietato. Anzi, molto spesso è sinonimo d’intelligenza. Lo abbiamo visto contro la Lazio col passaggio dalla difesa a tre a quella a quattro. Nelle prossime partite vedremo se l'ex Monza punterà o no sulla sua scommessa.

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